14 novembre 2007

Nuovi spazi alla Scuola media di Gravesano

(Intervento di Gabriele Gendotti – Consigliere di Stato e Direttore del DECS - per l'inaugurazione dei nuovi spazi alla Scuola media di Gravesano del 29 settembre 2007)

Caro sindaco,
Signora presidente del Gran Consiglio,
Autorità civili e religiose,
Caro direttore di questa rinnovata sede,
Signore e signori docenti,
Gentili signore e signori,
Care allieve e cari allievi,

dopo aver letto la cronistoria della ristrutturazione e dell’ampliamento di questa scuola, scritta dall’ex-direttore Siro Casari, capisco perché l’eco del grande sospiro di sollievo, emesso da tutta la comunità scolastica e civile di Gravesano al vedere finalmente lo smontaggio dell’enorme gru verde di cantiere, sia arrivato fino nel mio ufficio di Bellinzona.

Ma quanto più tribolati siano stati i lunghi mesi di forzata convivenza tra i momenti di studio e i rumori di cantiere, tanto più grande è oggi la soddisfazione di avere un edificio scolastico rinnovato ed elegante nella sua architettura, dove la sobrietà delle linee del vecchio stabile “Istituto Rusca” si sposa all’essenzialità delle linee del nuovo edificio.
E in più avete salvato anche i tigli il cui profumo – scrive Siro Casari – fa “sognare le imminenti vacanze estive”.
Siamo fuori stagione, ma l’idea è bella lo stesso.

Ho partecipato, in questi anni, a numerose cerimonie d’inaugurazione di nuovi o rinnovati edifici scolastici con sentimenti di gioia e di soddisfazione.
E’ la gioia di poter offrire alle ragazze e ai ragazzi e al corpo docente sedi scolastiche piene di luce e ben attrezzate che invogliano a scoprire e a far scoprire cose nuove perché la scoperta del nuovo dà senso alla nostra vita ed è uno dei compiti essenziali della scuola.

La soddisfazione – ma c’è anche fierezza - è quella del capo del dipartimento che ottiene dal Gran Consiglio i crediti necessari per costruire o rinnovare le sedi scolastiche.
Viviamo momenti difficili per le finanze del Cantone.
Non è una novità. La richiesta di un credito comporta uno studio attento delle necessità.
Il senso dello Stato esige che le risorse finanziarie siano distribuite secondo precisi ordini di priorità.
E’ un atteggiamento di lealtà e di rispetto verso le istituzioni.
La scuola è una priorità perché l’istruzione è uno dei punti qualificanti della democrazia.
Ecco perché oggi siamo qui tutti riuniti.

Care ragazze e cari ragazze che ogni giorno varcate la soglia di questa scuola,

Avete la fortuna di poter andare a scuola. Ci sono ragazze e ragazzi nel mondo che questa fortuna non l’hanno ancora.
Questa scuola è stata rinnovata e ampliata prima di tutto per voi, perché quando entrate ogni mattina da quella porta possiate dire:
Com’è bella la mia scuola e com’è bello lavorare in una scuola in cui ci sono tutte le cose necessarie per imparare.
Anche questo è una fortuna e mi auguro che la voglia di imparare rimanga sempre dentro di voi.
E sopra tutto abbiate rispetto del nuovo edificio e tenetelo pulito come lo è adesso.

Alle docenti e ai docenti auguro di avere sempre davanti a sé giovani curiosi.
Lo so che oggi il mestiere di docente – ma non è solo un mestiere – è più complicato di un tempo.
Mi auguro comunque che l’edificio rinnovato vi aiuti, più di prima, a organizzare il vostro lavoro e a creare quell’ambiente di studio in cui la curiosità dei giovani è appagata e in cui, passo dopo passo, essi acquisiscono quel sapere, necessario per potersi affermare, come individui, più tardi nella vita.

Signore e signori,

Ho espresso la mia gioia e la mia soddisfazione per questa nuova opera che arricchisce l’inventario degli stabili dello Stato e che si aggiunge alla già lunga lista degli edifici scolastici ristrutturati o costruiti di bel nuovo perché alla nostra gioventù siano garantite condizioni ottimali di studio.
A voi, docenti di questa scuola, il dovere di assolvere il delicato compito di aiutare i giovani a crescere nel nome della libertà che ha i suoi limiti nella libertà degli altri; che vuol dire imparare a crescere nel rispetto dell’altro, diverso da noi per cultura, lingua e mentalità, ma che vive ormai vicino a noi per le vicissitudini della vita.
Nella scuola non ci sono pecore nere da scacciare.

Ai politici di Gravesano, il compito di gestire con onestà e fermezza la cosa pubblica e di seguire con particolare attenzione la vita della comunità scolastica, nella quale si formano le cittadine e i cittadini di domani.

Allo Stato il compito di assicurare le necessarie risorse, laddove servono perché sia garantito il progresso dell’intera comunità.
Ecco perché incontri come questi oltre alla gioia e alla soddisfazione per l’opera realizzata fanno crescere dentro di noi il sentimento che quell’opera rientra nel quadro di un programma che si ispira a una politica seria e coerente.

Concludo ringraziando tutti coloro che hanno reso possibile questa realizzazione, dalle persone attive nella scuola all’architetto che ha saputo accomunare le esigenze dell’architettura con quelle della pedagogica, dalle maestranze a tutte le persone del comune e del cantone che hanno contribuito a trasformare un progetto in realtà.

Grazie dell’attenzione e buon anno scolastico.