10 settembre 2007

Nuova sede scuola dell'infanzia di Arosio




(Intervento di Gabriele Gendotti – Consigliere di Stato e Direttore del DECS - per l'inaugurazione della nuova sede della scuola dell’infanzia nella frazione di Arosio, Alto Malcantone, di sabato 1 settembre 2007)






Caro sindaco (Nicola Stempfel),
Signor ispettore scolastico Giampiero Bianchi,
Gentile collega Maria Luisa Delcò, membro della giuria che ha scelto il progetto, in rappresentanza del DECS,
Autorità civili e religiose,
Gentili maestre della scuola dell’infanzia,
Signore e signori,
né voglio dimenticare le bambine e i bambini che lunedì varcheranno la soglia della nuova scuola,

“Talvolta sorridi, talvolta è più dura.” Ho letto queste parole su un muro, lungo una strada di questo bel Malcantone.[1] Chi l’ha scritta dev’essere uno sprayer filosofo, perché quella frase è la vita, fatta di momenti belli e di momenti un po’ meno divertenti. E’ la vita di tutti noi, compresa la vita dei politici. Questo momento dell’inaugurazione ufficiale della nuova sede di scuola dell’infanzia fa parte di quelli belli.

E’ bello se pensiamo alle ragazze e ai ragazzi che ogni giorno varcano la soglia della scuola con il sorriso di chi è curioso di conoscere e di fare cose nuove. E la più bella soddisfazione per chi li accompagna durante la giornata è di vedere lo stesso sorriso la sera quando tornano in famiglia.

E’ un momento bello per le famiglie perché sanno che le loro figlie e i loro figli passano alcune ore della giornata in un ambiente accogliente, in spazi che ricevono molta luce e aria.

Accogliente anche perché la struttura ha spazi flessibili che possono essere adattati alle esigenze educative del momento e inoltre è ben inserita nell’ambiente circostante.

D’altro canto ognuno di noi, qui presente a questa cerimonia d’inaugurazione, può rendersi conto della situazione geografica di questo edificio, posto su un balcone verde dove gli occhi di chi osserva spaziano sulla Magliasina da una parte e sul Luganese dall’altra. Un po’ come il mondo visto dall’alto. Ci sono altri balconi verdi qui sopra di noi dai quali l’occhio spazia fino alle Alpi.

Ed è un momento bello per l’autorità del comune nuovo, ma anche per le persone del comune prima dell’aggregazione, che hanno gettato le basi su cui costruire il progetto ora realizzato. Ed è tanto più bello questo momento in quanto l’opera qui condotta a buon fine sta al termine di una strada che ha preso avvio qualche anno fa, partendo dall’idea primitiva della costruzione di una nuova sede che accolga ragazze e ragazzi della regione.

Sappiamo tutti che “talvolta è piú dura”, cioè che talvolta su quella strada si frappongono ostacoli da superare. Ma è il gioco della democrazia che vuole così: essenziale è che all’interesse personale venga anteposto il bene della comunità. La gestione della cosa pubblica è fare il bene della comunità.

L’inaugurazione di un edificio scolastico, di qualsiasi grado di scuola, è uno degli atti più qualificanti della democrazia e dunque di chi, nel comune, ha il compito di agire in modo tale che la democrazia ispiri ogni decisione politica. L’istruzione è uno dei punti qualificanti della democrazia. Ove siamo presenti nel mondo, abbiamo costruito prima di tutto scuole. Solo le dittature, per sopravvivere, mantengono il popolo nell’ignoranza.

Torno a casa nostra, su questo balcone verde. Ogni sforzo che un comune fa per offrire condizioni al passo con i tempi di vita o di lavoro, occasioni di aggiornare il proprio sapere e di incontri tra la gente, è un tassello del grande mosaico di un Paese consapevole che la democrazia non si instaura una volta per tutte, ma vive dell’apporto di nuove idee e della realizzazione di nuovi progetti.

E’ in questo contesto che io vedo la realizzazione del nuovo edificio scolastico al quale è assicurato anche nei prossimi anni – così mi hanno detto – l’afflusso di nuove allieve e allievi. Sono convinto che la vicinanza della città e il miglioramento delle vie di comunicazione, ai quali si aggiunge la bellezza del luogo, sono elementi a sostegno di un ulteriore sviluppo demografico della regione.

Di fronte a scuole che sono costrette a chiudere o a sezioni che scompaiono per mancanza di giovani allievi, fa piacere sentire parole secondo le quali il futuro di una scuola è assicurato.

Signore e signori,
Queste brevi considerazioni sono l’espressione della mia soddisfazione per quanto è stato realizzato nel comune di Alto Malcantone. Penso che la stessa soddisfazione la provino le persone che in questo comune gestiscono la cosa pubblica e le famiglie che ogni mattina accompagneranno la figlia o il figlio nella nuova sede.

Ma è anche la mia soddisfazione per quanto si fa in questo cantone per la scuola in generale. Offriamo un sistema formativo completo dalla scuola dell’infanzia all’università compresa e offriamo un programma pure completo di formazione continua, perché i tempi in cui si imparava “per la vita” sono tramontati da un pezzo.

Come dicevo all’inizio nella citazione sul muro del bel Malcantone “talvolta sorridi, talvolta è più dura”. La festa di oggi appartiene al sorriso: lo vedo sul viso di chi ha reso possibile quest’opera.

Il mio grazie va a loro per quanto hanno saputo condurre in porto, all’architetto progettista che ha saputo accomunare le esigenze della costruzione con quelle della pedagogia, alle maestranze e a tutte le persone che hanno concorso alla realizzazione della nuova scuola.
Il nuovo anno scolastico si aprirà lunedì prossimo. Mi auguro che in tutte le allieve e in tutti gli allievi rimanga intatta la curiosità del nuovo, che è la voglia di imparare e che in ognuno e in ognuna di loro rimanga pure intatta la consapevolezza che è una fortuna potere andare a scuola, un privilegio, purtroppo, che a questo mondo non è di tutti.

Grazie dell’attenzione.



[1] Prima di Cademario, salendo da Bioggio