24 agosto 2007

Inaugurazione della mostra “Mutamenti”


(Intervento di Gabriele Gendotti – Consigliere di Stato e Direttore del DECS - per l'Inaugurazione della mostra “Mutamenti” di venerdì 24 agosto 2007 a Bellinzona)


Gentili signore e signori,

ho accolto con molto piacere l’invito a partecipare a questa manifestazione conclusiva. Partecipo sempre volentieri a incontri il cui tema tocca aspetti della nostra comunità svizzera, perché sono convinto assertore dell’idea federalista che è alla base del nostro Stato, della sua storia, ma anche del suo futuro.

Interpreto così la vostra affermazione secondo cui “le trasversali alpine abbattono i tempi di percorrenza fra le regioni della Svizzera, toccando anche la vita degli abitanti.” Permettetemi dunque di non considerare i nuovi trafori attraverso le alpi solo come opere che riducono i minuti di treno che separano Lugano da Zurigo o solo dal punto di vista di chi si occupa di trasporti, ma anche come strumenti che – come dite - “toccano la vita degli abitanti”.

Insomma: potendo spostarsi più velocemente significa anche – è la mia speranza – che si intensificheranno di nuovo i rapporti tra gli svizzeri o tra le diverse svizzere. Perché l’auspicata mobilità promuove e rafforza l’affermazione dell’identità culturale intesa come qualcosa di dinamico. La propria identità si afferma nel confronto con altre identità. Il mondo globalizzato offre alla singola identità territoriale una platea più vasta, di quella che fu sinora, per potersi affermare e arricchirsi di nuovi contenuti. E’ una delle mille interpretazioni possibili della globalizzazione ed è quello che voi chiamate “dialogo tra le diverse culture e sensibilità che compongono la Svizzera”.

Allora “abbattere i tempi di percorrenza” significa per il Ticino avere maggiori occasioni di esprimere la propria identità e anche la propria forza che non è un fattore numerico, che dipende dal numero dei suoi abitanti, ma la convinzione nell’animo di chi abita questo cantone di rivestire un ruolo importante nel contesto svizzero, e di esprimerlo attraverso il proprio lavoro, le proprie capacità culturali e artistiche e la propria dedizione al bene della comunità, ciò che è compito fondamentale del politico.

Uno dei così definiti “mutamenti”, che offrono il titolo a questa iniziativa di Pro Helvetia, è certamente quello che concerne la struttura sociale della nostra comunità. In questi ultimi anni la nostra società è cambiata di molto. Viviamo l’incontro tra diverse etnie.

Il problema dell’integrazione di chi viene da noi con storie e filosofie di vita diverse è diventato uno dei più importanti già a livello di scuola dell’infanzia ed elementare. Anche le relazioni tra le persone hanno subíto una profonda trasformazione, non sempre né capíta né accettata, ciò che può essere all’origine di malintesi o scontri tra individui. E’ un mutamento importante che sta trasformando il nostro modo di pensare e di vivere, anche il nostro modo di organizzare la rete di relazioni tra gli individui.

Se considero però il campo della formazione – in cui opera il mio dipartimento - il mutamento più importante consiste nella definizione di una relazione equilibrata tra velocità dei cambiamenti e esigenza della scuola di soffermarsi su quello che si fa e di far riflettere. Se dunque da un lato la scuola vive, come altre istituzioni della democrazia, le contraddizioni del mondo moderno, la scomparsa di modelli validi fino a ieri, la mancanza di orientamenti sui quali progettare un futuro sicuro, dall’altro lato essa è obbligata a far l’elogio della lentezza senza la quale non c’è né approfondimento né costruzione di una coscienza individuale che vuol dire imparare a pensare e ad assumere uno spirito critico nei confronti di quello che si fa e di quello che fanno gli altri individui.

Apprezzo dunque il desiderio di Pro Helvetia di organizzare nel nostro cantone un evento significativo, aperto al grande pubblico, con l’obiettivo di rafforzare il legame tra la Svizzera italiana e il resto del Paese. Il veicolo che attraversa il tempo e unisce le varie epoche della storia dell’uomo è quello dell’espressione artistica nelle sue molteplici forme.

Questi luoghi, in cui si eterna l’arte della costruzione, accolgono le testimonianze del presente. E’ un genere di mobilità che attraversa i secoli – come l’idea dell’arte stessa – e l’espressione di una identità culturale che si trasforma e si rinnova con il trasformarsi della società stessa e il mutare delle abitudini di vita dell’individuo.

Rinnovo il mio plauso all’iniziativa di Pro Helvetia, mi congratulo, anche a nome del Consiglio di Stato, con gli organizzatori della manifestazione e esprimo agli autori delle opere artistiche il compiacimento mio e dell’autorità cantonale.

Grazie dell’attenzione.