10 settembre 2007

Consegna attestati maturità professionale sanitaria e sociale



(Intervento di Gabriele Gendotti – Consigliere di Stato e Direttore del DECS - in occasione della 1.a consegna degli attestati di maturità professionale sanitaria e sociale agli apprendisti operatori sociosanitari e consegna degli attestati di maturità professionale del corso a tempo pieno per professionisti qualificati del 30 agosto 2007 a Giubiasco)



Signora presidente della Formas (Mimi Bonetti Lepori)
Signori membri del Comitato,
Signore e signori – direttrici e direttori di istituti di cura, responsabili di formazione, direttore e docenti della SCOS, familiari e amici - ospiti di questa cerimonia,
e, soprattutto,
signore e signori neoqualificati operatori sociosanitari,

sono particolarmente soddisfatto di poter presenziare oggi alla consegna degli attestati di capacità federale agli operatori sociosanitari a tirocinio nelle istituzioni di cura, come già ho fatto per l’analoga cerimonia per i vostri colleghi più giovani, operatori sociosanitari formati alla Scuola specializzata per le professioni sanitarie e sociali.

Con questa cerimonia si conclude infatti per la prima volta nel Cantone Ticino il tirocinio di apprendista operatore sociosanitario nella forma classica, ossia con la formazione pratica in azienda – in questo caso le varie istituzioni che vi hanno assunto tre anni fa – quella teorica nella Scuola cantonale per operatori sociali di Mendrisio e quella pratica e teorica nei corsi interaziendali, svolti nella sede della Formas.

* * *

Questa prima volta appena richiamata dà subito lo spunto per una riflessione sul significato che assume la cerimonia soprattutto in termini generali.

Si presenta infatti sul mercato del lavoro, per la prima volta nel Ticino, come del resto nella Svizzera, che in qualche Cantone ci ha addirittura anticipato, una nuova figura professionale, quella dell’operatore sociosanitario. Una novità che si coniuga in vari modi.

Intanto è un segnale di sviluppo, di trasformazione di un settore economico, quello delle cure sanitarie e sociali. Così come mutano negli altri settori economici, primario, secondario, terziario, anche nella sanità e nella socialità cambiano le tecniche, le modalità di lavoro, la ripartizione dei compiti. Poiché il settore delle cure sanitarie e sociali è intensamente marcato dall’attività umana, i cambiamenti incidono soprattutto sui profili professionali. Ecco le ragioni dell’intensa evoluzione nel settore, con la ridefinizione dei profili professionali e, di conseguenza, delle modalità in cui vengono acquisiti. Così in poco tempo, nella Svizzera e di conseguenza anche nel Cantone, ma anche all’estero, alcune formazioni – fisioterapia, ergoterapia e, parzialmente, cure infermieristiche - sono passate dal livello di scuola superiore a quello di scuola universitaria. Nuovi profili professionali, con formazione a livello secondario – gli operatori sociosanitari e gli operatori socioassistenziali -, sono inoltre stati introdotti per assicurare lo svolgimento di compiti di cura delegabili. Per contro, profili professionali esistenti sono destinati se non a scomparire perlomeno a trasformarsi. Le figure di assistente geriatrico e di cura si ritroveranno probabilmente tra qualche anno integrate nel nuovo profilo professionale di aiuto operatore sociosanitario, con un tirocinio ridotto a due anni.

Certamente capisco qualche sconcerto che può nascere negli addetti ai lavori, confrontati con questi continui cambiamenti, con tutti questi nuovi profili professionali che scompaginano organigrammi consolidati. Ma non si tratta di scelte del Cantone, sono scelte prese a livello nazionale o addirittura internazionale e occorre dimostrare la necessaria flessibilità per adeguarvisi.

* * *

La seconda riflessione indotta da questa cerimonia è relativa al ruolo che assume, in tutti questi mutamenti, la Formas, l’organizzazione del mondo del lavoro che gestisce l’odierna cerimonia. Intanto la Formas stessa è una conseguenza dei mutamenti in corso. Infatti, con il passaggio dalle competenze in materia di formazione professionale sanitaria e sociale dalla Croce Rossa Svizzera alla Confederazione, si sono dovute costituire anche le strutture che normalmente reggono il sistema svizzero della formazione professionale. In particolare si è dovuta costituire un organizzazione del mondo del lavoro responsabile per gli aspetti imprenditoriali, ossia un’organizzazione del mondo del lavoro rappresentativa soprattutto dei datori di lavoro.

Come Autorità cantonale siamo particolarmente lieti di aver raggiunto rapidamente questo obiettivo, ossia di aver promosso e poi contribuito a consolidare, così come previsto dalla Legge federale sulla formazione professionale, un’organizzazione del mondo del lavoro responsabile per il settore delle cure sanitarie e sanitarie. Abbiamo in tal modo un partner affidabile per tutti gli aspetti di competenza del mondo del lavoro nell’ambito della formazione: partecipazione alla definizione sul piano svizzero degli obiettivi e al loro sviluppo nel tempo, organizzazione dei corsi interaziendali, determinazione di aspetti normativi quali retribuzioni degli apprendisti e orari, collaborazione nelle procedure di qualificazione. Certamente il contributo del Cantone nella crescita di Formas resta importante e continuerà ad esserlo, soprattutto sul piano finanziario, ma i soldi quasi mai bastano da soli: occorre trovare anche l’adeguata corrispondenza delle persone che fanno nascere e mantengono le organizzazioni del mondo del lavoro.

La mia presenza è anche un segno di ringraziamento per questa corrispondenza trovata nelle persone alla testa della Formas.

* * *



Arrivando alla terza e ultima considerazione, tocca ora ai neoqualificati. Infatti, al di là delle considerazioni di carattere generale espresse poc’anzi, quella di oggi è soprattutto la loro festa. Una festa in cui, alla soddisfazione di aver saputo rientrare felicemente in un percorso formativo e certamente con un avvio non facile, considerato che molti hanno iniziato questa formazione da adulti, parecchio tempo dopo aver calcato per l’ultima volta aule scolastiche, si mescolano il compiacimento per esser passati con successo attraverso il periodo di tirocinio con i periodi difficili che lo stesso ha sicuramente comportato. C’è naturalmente anche il legittimo orgoglio per il buoni risultati conseguiti agli esami. C’è il sollievo, per la maggior parte di voi, per essere riusciti a trovare, al termine del tirocinio, il posto di lavoro, che deve essere ancor sempre la ragione principale di una formazione e in questo senso mi congratulo con gli istituti che hanno voluto valorizzare il capitale di risorse umane su cui hanno investito parecchio nel corso della formazione, assumendo direttamente i propri apprendisti.

C’è anche naturalmente anche il piacere,come è accaduto a una dozzina di voi, di scoprire che al termine di una formazione di grado secondario è nato l’interesse per addirittura continuare in una formazione superiore, prolungando di almeno un altro paio d’anni il percorso formativo iniziato tre anni or sono e sperimentando concretamente quanto continuo a ripetere da quando svolgo questa funzione: la formazione professionale non è una formazione inferiore, non si ferma agli scalini più bassi, consente di continuamente avanzare fino alle qualifiche più avanzate.

A questa vostra soddisfazione, al vostro compiacimento, al vostro orgoglio, al vostro sollievo permettete che partecipi anch’io.

Concludo con i migliori auguri a tutti gli attori: alla Formas affinché sempre più possa essere autorevole interlocutrice del Cantone, delle aziende e degli apprendisti in materia di formazione; alle neoqualificate e ai neoqualificati affinché possano trarre dal tirocinio concluso il massimo profitto sul lavoro, nella formazione continua che dovrà essere una costante nella loro vita professionale e, magari anche, per chi ambisce a mete ancor più alte, nella formazione superiori magari fino al livello della scuola universitaria professionale, che non è certo preclusa per principio; ai rappresentanti delle aziende perché possano impiegare al meglio la nuova figura dell’operatore sociosanitario.