19 novembre 2007

Inaugurazione di Castellinaria 2007

(Intervento di Gabriele Gendotti – Consigliere di Stato e Direttore del DECS - in occasione dell'Inaugurazione di Castellinaria 2007 di sabato 17 novembre 2007 a Bellinzona)

Gentili signore e signori,

mi congratulo prima di tutto con il direttore e tutte le persone che con rinnovato entusiasmo e grande competenza ogni anno offrono una nuova, variopinta edizione di Castellinaria. Vent’anni di vita si festeggiano in un modo speciale, perché concludono un periodo della vita durante il quale le idee originali di un progetto – quello di Castellinaria - si sono consolidate e l’evento cinematografico è diventato ormai attesa presenza di un contesto culturale e sociale che è quello del nostro cantone. E non solo.

Ma siamo anche all’inizio di un nuovo periodo della vita. Le conoscenze acquisite e le esperienze fatte permettono di corredare la manifestazione di nuovi contenuti che diventano sempre piú la vetrina di un mondo, il nostro, di immagini e di parole o, come disse un critico di cinema[1], “un mondo scandito da immagini potenti che attraversano e modificano l’immaginario cosmico.”

Certo che il mondo di oggi ha capovolto persino certi rapporti tra le generazioni. E’ la bambina o il bambino, ai nostri giorni, che insegna al nonno come caricare un dvd e come scegliere la lingua giusta e le prime parole che i bambini imparano a leggere non sono oramai piú quelle degli oggetti dell’aula scolastica o dei componenti della famiglia, ma i titoli e i sottotitoli del dvd. La parola “Enter” fa ormai parte di un moderno vocabolario di base, importante da saper leggere, altrimenti il dvd non parte!

Semmai agli educatori fa riflettere il fatto che ciò che viene visto diventa per il ragazzo a poco a poco piú significativo di ciò che si è vissuto. E se è vero che l’immagine è l’espressione della contemporaneità[2], assume particolare importanza un evento come Castellinaria che propone attività in cui la ragazza e il ragazzo sono invitati a ragionare su quello che hanno visto. Dunque contemporaneità non supinamente accettata, ma parte di essa, da costruire insieme agli altri.

Mi piace la preoccupazione di introdurre anche in un film ricco di immagini vivaci e di parole gridate al vento momenti di poesia che inducano chi guarda a riflettere e a sognare.

Leggo nel testo di presentazione di uno dei film in cartellone: “Tutti hanno un sogno, e sognare non è mai una cosa stupida.” E’ quel vissuto di cui ho detto prima, attraverso il quale la ragazza e il ragazzo diventano grandi e forgiano il loro carattere. Cambieranno idee ed esperienze, ma i tratti peculiari di un carattere nascono e si sviluppano presto.

Ci sono due temi, legati ai film in programma, che hanno attirato la mia attenzione e penso anche l’attenzione di chi, per sua missione, è chiamato a educare i giovani: il tema dell’impegno per arrivare a un risultato e il tema del diverso.

Non è, infatti, da poco attirare l’attenzione delle ragazze e dei ragazzi sul fatto che – cito - “per affrontare la realtà della vita ci vuole impegno e fatica e non si può pensare solo al divertimento e al piacere”.[3] Viviamo purtroppo in un mondo in cui la realtà è troppo spesso presentata – e gridata - come qualcosa in cui tutto è semplice ed è ottenibile facilmente e subito (persino a diventare milionari da un giorno all’altro).

Sappiamo che cosa vuol dire non essere in grado di affrontare le difficoltà prima di tutto nella scuola, ma sopra tutto nella vita. Sappiamo che cosa vuol dire pensare che la soluzione consista nel perdersi in una realtà virtuale nella quale affogare le proprie difficoltà, con l’illusione di uscirne sani e salvi.

Ed è altrettanto importante far capire che anche – cito - “il diverso è portatore di valori che vanno rispettati”[4]. In un momento di greggi con pecore bianche e pecore nere, è fondamentale infondere già nei ragazzi il senso del rispetto di chi ha dietro di sé storie diverse, magari anche tristi.

E’ la realtà di molte classi delle nostre scuole. E come sarebbe bello se la convivenza senza problemi che si può vedere a livello di bambine e di bambini delle scuole dell’infanzia rimanesse intatta anche negli anni successivi, compresi gli anni degli adulti. E non dimentichiamo che in molte persone c’è anche – cito – “il desiderio opposto a quello dell’emigrazione: voler tornare a casa[5]”.

Sempre in questo ambito che non è altro che quello dell’integrazione, c’è una frase che fa riflettere: “C’è ancora lo sport che può però aiutarli.”[6]

Dirigo un Dipartimento che si occupa anche di sport. Si stanno scrivendo di questi tempi – ma è anche storia di un passato recente – pagine poco edificanti sul mondo dello sport, pagine di cattivo esempio per le ragazze e i ragazzi che si avvicinano a quel mondo. Dobbiamo impegnarci per uno sport pulito, che sia occasione per acquisire il senso dell’amicizia e della tolleranza e il rispetto dell’altro.

Castellinaria insegna alle ragazze e ai ragazzi a leggere il linguaggio delle immagini, a capirlo e a interpretarlo. Vuol dire cercare di capire situazioni completamente diverse da quelle che viviamo quotidianamente qui da noi. Vuol dire anche aprirsi al mondo e in questo senso Castellinaria è una finestra sul mondo con il compito precipuo di accompagnare i giovani alla sua scoperta e alla miriade di realtà di cui è composto e delle quali veniamo a conoscenza attraverso chi ha scelto di vivere con noi o di seguire le stesse scuole dei nostri figli.

Rinnovo dunque la riconoscenza dell’autorità cantonale – agli organizzatori, agli sponsor e tutte le persone coinvolte in un modo o nell’altro nella manifestazione. Mi congratulo per quello che Castellinaria offre alla popolazione e per i problemi che le immagini presentate suscitano in chi le vede, nella speranza che aiutino ad affrontare con chiaroveggenza il futuro del paese che è poi il futuro delle ragazze e dei ragazzi che oggi si esprimono sui film in cartellone.

Grazie dell’attenzione.

[1] Giuseppe Pannicelli di e-generation
[2] Giuseppe Tornatore
[3] Fiaba dei tre porcellini
[4] Il brutto anatroccolo di Andersen
[5] Testo “A grandi passi”, www.castellinaria.ch
[6] Nota 5