14 novembre 2007

Inaugurazione della scuola dell’infanzia di Losone

(Intervento di Gabriele Gendotti – Consigliere di Stato e Direttore del DECS - per l'inaugurazione della scuola dell’infanzia di Losone del 6 ottobre 2007)

Caro sindaco (Corrado Bianda)
Autorità politiche, patriziali e religiose,
Gentili ospiti,
Signore e signori
né voglio dimenticare le bambine e i bambini che ogni giorno varcano la soglia della nuova scuola.

Inaugurare una scuola è sempre un compito gradito per il consigliere di Stato responsabile dell’educazione, lo è ancora di più consegnare ufficialmente ai bambini ed alla popolazione tutta una scuola dell’infanzia, perché parliamo di quella particolare fascia di età – importante per il seguito della vita dell’individuo – che va dei tre ai sei anni di età.

Questo è uno dei momenti belli della vita per le ragazze e i ragazzi che ogni giorno varcano la soglia della nuova scuola con il sorriso di chi è curioso di conoscere e di fare cose nuove. Ed è una soddisfazione per chi li accompagna durante tutta la giornata e di vedere quel sorriso ancora la sera quando tornano a casa.

E’ un momento bello per le famiglie perché sanno che la loro figlia o il loro figlio passa alcune ore della giornata in un ambiente pensato apposta per loro, in spazi pieni di luce e di aria, nei quali lasciar prorompere la propria spontaneità, ma nel contempo imparare a vivere, direi a convivere con gli altri. Insomma qui si seguono le prime lezioni di democrazia, di pacifica convivenza sociale e s’impara che la mia libertà arriva fino a dove comincia la libertà degli altri.

E sappiamo che costruire scuole è uno degli aspetti piú significativi della democrazia. Ne abbiamo costruite tante nel mondo dove non ce n’erano e il sorriso di quelle bambine e di quei bambini cosí lontani, ma non tanto diversi dai nostri figli, è il ringraziamento piú bello per chi crede ancora nella buona volontà delle persone e nell’affermarsi attraverso la formazione del senso dell’equità e della giustizia in seno a una comunità.
E il senso del rispetto dell’altro e del diverso, non fosse che per evitare, almeno all’interno delle mura scolastiche, la distinzione fra pecore bianche e pecore nere da espellere a calci.

Il Comune di Losone ha compreso la valenza sociale ed educativa della consegna di un nuovo edificio scolastico e così ha trasformato le sedi ormai non più funzionali in questa struttura – che coniuga passato e presente – che può ospitare ben otto sezioni prescolastiche. Losone risulta così la sede più grande del Cantone.

L’iter per Losone non è stato né facile né rapido. Ma ci si può anche domandare che cosa al giorno d’oggi avvenga ancora in maniera facile e rapida e senza qualche “rogna”. E ben si capisce la soddisfazione dell’autorità comunale di questo comune per il risultato raggiunto. Infatti l’inizio del nuovo anno scolastico ha visto la conclusione dell’opera che si situa in una “cittadella degli studi” in quanto su questo territorio troviamo ubicate tutte le scuole dell’obbligo, dovendo risolvere anche le problematiche legate al piano viario della zona.

Con questa edificazione Losone permette l’accesso ai bambini dai tre anni compiuti e quindi non dimentica le grandi potenzialità del bambino del primo livello prescolare , livello che viene finalmente valorizzato anche dalla riforma prevista dal progetto di accordo intercantonale di armonizzazione dei sistemi scolastici della Svizzera e che renderà obbligatoria la scolarità a partire dai 4 anni. Noi, sulla scorta di un collaudato e lungimirante modello siamo molto più avanti e, non da ultimo anche come conseguenza di un calo demografico in atto, siamo in grado di offrire scuole dell’infanzia pubbliche e gratuite per i bambini già a partire dai tre anni

Siamo insomma, in questo ambito, piú avanti degli altri e non mancano responsabili dell’educazione prescolastica di altri cantoni che scendono al sud delle Alpi per informarsi su quanto è stato fatto e si fa, da anni, qui da noi. Oppure ci invitano a casa loro per saperne di piú.

Facciamo insomma cose ottime e magari qualcuno qui nel Ticino non se ne accorge nemmeno. Ma è una malattia tipica di noi ticinesi il piangerci addosso e il vedere talvolta prevalentemente il lato negativo delle vicende di casa nostra, persino laddove altri esprimono compiacimento e ammirazione per quello che facciamo.
E del “Tessiner Modell” per ciò che riguarda la scuola dell’infanzia non possiamo che andare fieri.

L’opera che qui inauguriamo è segno di progresso. Disporre di spazi adeguati per queste tre età di riferimento ha un valore funzionale, psicologico e educativo, ampiamente sottolineato dagli esperti del settore e che ha visto il suo apice nel cantone negli anni sessanta/settanta.

Proseguiamo dunque il cammino su una strada imboccata da anni grazie a chi, a livello dipartimentale, ha operato secondo i piú moderni e aggiornati concetti educativi e a chi, a livello comunale, ha dimostrato di condurre una politica scolastica lungimirante, nell’interesse dei giovani, cioè di chi sarà la cittadina e il cittadino di domani.

Non dimentichiamo che il cantone Ticino ha saputo costruire un sistema formativo completo, che va dalla scuola dell’infanzia all’università e ha una ricca offerta di iniziative della formazione continua.

Ringrazio le insegnanti della scuola di infanzia per il loro onere di lavoro che, oggi più che mai, risulta non facile e complesso.

A questo proposito mi piace citare gli Orientamenti programmatici per la scuola dell’ infanzia del 2000 con una affermazione legata al ruolo dell’insegnante oggi: “…..l’insegnante è mediatore tra bambino e realtà con lo scopo di dare risposte pedagogicamente e didatticamente congrue ai bisogni di crescita affettiva e cognitiva del bambino dai tre ai sei anni.

Concludo ringraziando l’autorità comunale di Losone per aver condotto in porto un progetto moderno e funzionale. Estendo il mio ringraziamento all’architetto progettista che ha saputo accomunare le esigenze della costruzione con quelle della pedagoa, alle maestranze e a tutte le persone che hanno concorso alla realizzazione del nuovo edificio.
È mia abitudine concludere i miei interventi in occasione di inaugurazioni di edifici scolastici ricordando un caro amico dal quale ho imparato molte cose, Alfredo Giovannini, che non perdeva occasione per ricordare in Gran Consiglio, “beati quei paesi in cui ancora si rubano i libri. “ Beati quei paesi in cui ancora si costruiscono nuove scuole” aggiungo io.

Grazie dell’attenzione e auguri alla nuova scuola.