14 agosto 2007

Ricevimento in onore di Pascal Couchepin, ospite del Festival del film di Locarno


(Intervento di Gabriele Gendotti – Consigliere di Stato e Direttore del DECS - per il Ricevimento del 3 agoisto 2007 al Monte Verità di Ascona in onore di Pascal Couchepin - Consigliere federale - ospite del Festival internazionale del film di Locarno)

Saluto con particolare piacere
il Consigliere federale Pascal Couchepin,
i consiglieri nazionali e agli stati qui presenti,
i sindaci di Locarno Carla Speziali e di Ascona Aldo Ramazzi,
le autorità politiche operanti nel Cantone,
il presidente del Festival Marco Solari e il direttore artistico Frédéric Maire,

Gentili signore e signori,

Porgo a tutte le persone qui presenti il saluto cordiale mio personale e del Consiglio di Stato. In particolare dò il benvenuto al Consigliere federale Pascal Couchepin. E’ sempre un piacere e un onore accogliere nel Ticino un Consigliere federale.

Monsieur le Conseiller fédéral,
Soyez le bienvenu dans notre canton. Nous voilà encore tous réunis au Tessin, ce qui me réjouit énormément, d’autant plus que cette rencontre survient dans le cadre de la manifestation la plus prestigieuse que la Suisse puisse exhiber au niveau international. Le Festival du film fait partie du patrimoine culturel du Tessin, voire de Suisse. J’apprécie votre fidélité à cette manifestation, par laquelle vous manifestez la volonté de l’homme politique qui agit surtout au-delà de la chaîne des Alpes de considérer la culture italienne comme un des éléments essentiels de la Confédération.

Lo sforzo finanziario che il cantone fa per sostenere questa manifestazione e il ruolo assunto dalla Confederazione sono prove dell’importanza data a questa manifestazione. Grazie a un fondo alimentato in parti uguali dal Ticino e della Confederazione è stato inoltre possibile istituire, alcuni anni fa, il Fondo FilmPlus, il fondo regionale e di aiuto alla produzione cinematografica indipendente della Svizzera italiana con lo scopo di aiutare produttori e registi domiciliati nella Svizzera italiana. L’accordo verrà rinnovato proprio in questi giorni. Inoltre, le tre borse assegnate, grazie alla collaborazione tra cantone e RTSI, a sostegno di progetti cinematografici di qualità, sono un’ulteriore prova dell’attenzione che il cantone riserva a questo specifico ambito della produzione artistica.

Ma ci sono, purtroppo, ancora troppe nubi nere all’orizzonte, lungo la strada che segna il futuro del Festival. Per esempio e tanto per riallacciami alle speranze espresse l’anno scorso alla presenza dello stesso consigliere federale Pascal Couchepin, il “bambino continua ad aspettare il regalo sotto l’albero di Natale”, parole, l’anno scorso, del presidente Solari e del direttore artistico Frédéric Maire[1]. L’idea del “Palacinema” sembrava sul punto di trasformarsi in progetto, non necessariamente “Torre del cinema”, comunque progetto concreto in quanto a contenuti e collaborazione tra chi tiene in mano le redini dello sviluppo di questa regione.

L’abbraccio davanti alla telecamere della TSI provocò un sospiro di sollievo in chi continua a credere nel futuro della regione e del Festival. Oggi quel sospiro di sollevo si è spento di fronte ad avvenimenti che non toccano direttamente il Festival, ma incidono fortemente sull’ambiente in cui il Festival dovrebbe assestarsi in futuro, perché la concorrenza di altri festival è forte e l’offerta del territorio rispetto alla esigenze del Festival è invece piuttosto debole.

Che cosa, insomma, si deve fare affinché la speranza di chi vuol bene a Locarno e al suo Festival “ne dure que du matin jusques au soir!”[2] tanto per dirla nella lingua del nostro consigliere federale? Che cosa insomma si deve fare perché quel “O sole mio” – titolo del film del Festival proiettato il 23 agosto di 60 anni fa – diventi il sole che illuminerà i prossimi 60 anni di Festival a Locarno?[3] La parola ricorrente nella stampa di questi giorni è “disgelo”. Mi auguro che la stagione calda aiuti a sciogliere gli elementi glaciali del dibattito.

Come uomo venuto dalla montagna rimango, comunque, ottimista e con i piedi ben piantati per terra. Se è vero che la politica non è una scienza esatta, ma un’arte[4], ci deve pur essere una soluzione di compromesso che venga incontro alle esigenze degli uni e degli altri. Ma la premessa è comunque la volontà comune di dare al Festival una base solida che ne assicuri il futuro.

Perché ora. al di là delle parole dei discorsi ufficiali, ma alla fine anche in politica contano solo i fatti, questa volontà deve saper contagiare tutta la regione che ospita la manifestazione, coinvolgendo il cantone che raccoglie i frutti di una politica culturale aperta al mondo, dunque Festival libero, aperto e autonomo, e naturalmente anche la Confederazione. Non ha senso rinviare anno dopo anno la decisione che metta fine a discussioni ormai interminabili e alquanto ripetitive. E non ha senso investire ogni anno soldi in infrastrutture provvisorie, da ricostruire ogni anno, come se si trattasse di un grande gioco del Lego.

E non ha senso rinviare la soluzione a un futuro piú o meno lontano perché ogni anno che passa è un anno perso. Guardiamo avanti, tutti assieme con spirito costruttivo e lungimirante: concludo dunque il mio intervento con l’ottimismo di chi affronta i problemi per trovarne la soluzione, e dunque con l’augurio al sindaco di Locarno, Carla Speziali, che il sogno prenda finalmente forma e che si ripeta - almeno in senso metaforico - quell’abbraccio, che un anno fa fece tirare un sospiro di sollievo non solo ai locarnesi, ma a tutti i ticinesi.

Dice un nostro politico che stimo molto: “La politica è un gioco rischioso. Per quanto mi riguarda, non cerco di piacere, ma di convincere.”[5] Cari sindaci di Locarno e di Ascona: i limiti della politica li conosciamo tutti oramai. Continuate nella vostra azione politica, insieme con tute le persone coinvolte nella gestione del Festival, a convincere l’opinione pubblica che è importante che quel regalo finisca il piú presto possibile sotto l’albero di Natale.
A proposito: la frase citata non è mia, è di Pascal Couchepin.

Grazie dell’attenzione.

[1] Vedi discorso dell’anno scorso - Bismarck
[2] Ronsard, Mignonne, allons voir si la rose
[3] Sessant’anni di festival, Ticino Radio TV, 29.07 – 4.08.2007, pag. 6
[4] Vedi finale del discorso dell’anno scorso
[5] Pascal Couchepin, op. cit., pag. 23