13 giugno 2007

Gestione dei casi problematici nella scuola


(Intervento di Gabriele Gendotti, Consigliere di Stato e Direttore del DECS, in occasione della Conferenza stampa del 13 giugno 2007 "Misure aggiuntive per la gestione dei casi problematici nella scuola")



[fa stato il testo parlato]

Signore e signori,

vi saluto cordialmente alla conferenza stampa durante la quale vi presenteremo alcune nuove misure specifiche per far fronte a situazioni gravemente problematiche o "ingestibili" nella scuola. Le misure saranno introdotte a titolo sperimentale in alcune sedi già a partire dal prossimo anno scolastico.

Parliamo dunque di quelle situazioni difficili che sono fonte di preoccupazione e di disagio per tutte le componenti della scuola: genitori, allievi e docenti.

Dapprima una doverosa premessa
Ciò che succede nelle aule non è nient’altro che lo specchio della società. Va anche ricordato che gli allievi che frequentano le scuole ticinesi sono più di 50'000 e che i casi veramente difficili o "ingestibili" - cioè i casi che presentano derive comportamentali particolarmente gravi che si possono tradurre in espressioni di violenza o di inaccettabile indisciplina e quindi inficiare la vita di una classe o, addirittura, di un intero istituto scolastico - questi casi difficili o "ingestibili" si riducono a qualche decina.

Si tratta dunque di un fenomeno che non ha assunto una valenza di portata generale. È dunque fuori luogo parlare di Bronx nelle nostre scuole, così come è fuori luogo un'eccessiva drammatizzazione di un fenomeno di società come già sentenziato da qualcuno.

La stragrande maggioranza dei nostri allievi si comporta in modo educato e si impegna con successo negli studi.

I casi ingestibili esistono e vanno affrontati
Vi sono però casi particolarmente gravi che non vanno né banalizzati né sottaciuti. Per questi casi dobbiamo adottare tutte le misure che consentono:
· da un lato, di seguire tutti gli allievi nella loro crescita; allievi inseriti nel modello scolastico integrativo, caratteristico della scuola pubblica ticinese;
· dall'altro lato dobbiamo intervenire con convinzione e con il necessario rigore affinché tutti rispettino alcune regole di comportamento.

Casi ingestibili: una novità?
I casi difficili sono sempre esistiti. Probabilmente nel corso degli ultimi anni il fenomeno è diventato più “visibile” e oggetto di una particolare attenzione dei media; le sensibilità sono aumentate, così come è aumentata la gravità di talune derive.

Alcuni anni or sono – siamo nel 2001 - avevo ventilato la realizzazione di strutture con scolarizzazione interna nelle quali far confluire i casi particolarmente gravi, senza ottenere però un grande riscontro. I tempi non erano per così dire ancora maturi.

Un approccio pragmatico
Contemporaneamente il DECS dava allora avvio ad alcune riflessioni su come gestire allievi difficili proponendo alcune iniziative per contenere i fenomeni di violenza. A fianco delle riflessioni fatte in vari istituti scolastici come pure a livello di Divisione della scuola e di Divisione della formazione professionale (quest'ultima ha ad esempio elaborato un sorta di vademecum destinato ai suoi dirigenti scolastici), nel 2002 è stato costituito il Gruppo di coordinamento interdipartimentale "allievi problematici" DECS, DSS, DI.

Il DECS ha dunque voluto riflettere a fondo e:
· descrivere il quadro della situazione in relazione alle tipologie di disadattamento, l’assenteismo, i disturbi gravi di comportamento e le varie possibilità di modelli scolastici, dal modello segregativo alla sospensione a tempo indeterminato, dalla formazione di classi speciali a classi atelier in preparazione dell’insegnamento professionale;
· studiare misure specifiche – anche innovative - con lo scopo di monitorare in permanenza le forme di disagio, di rendere più stabili le misure sui così detti “casi difficili” e, come nuove misure, di formare personale specializzato che sappia gestire anche un distacco dall’attività scolastica.

Il DECS continua a puntare su una politica di integrazione che si fonda sul principio di non escludere nessuno a causa di una sua diversità. Di fronte alla crescente brutalità degli atti di violenza si vede però costretto, da un lato, a ricercare soluzioni alle situazioni di disagio che si manifestano a scuola, d’altro lato, a proteggere chi segue regolarmente il suo percorso formativo.

Le misure fatte proprie dal Consiglio di Stato nella seduta del 12 giugno 2007
Esaminato l'esito delle misure sinora adottate, sulla scorta delle esperienze maturate nel corso degli ultimi anni e considerate le esigenze manifestate da tutte le componenti della scuola, la Divisione della scuola ha elaborato una serie di nuove misure specifiche e complementari in merito alle situazioni gravemente problematiche o ingestibili.

Sono studi che hanno evidenziato le necessità di affinare e, nel limite del possibile, di distinguere le modalità di intervento e le risorse a disposizione degli istituti. Si va da forme di diversificazione dell’insegnamento a proposte di riforma dei Servizi di sostegno sino alla creazione di "zone cuscinetto" temporanee all’interno degli istituti gestite da personale appositamente formato o alla creazione di reti di collaborazione con istanze esterne, pubbliche e private, disposte ad accogliere per un lasso di tempo gli allievi che svolgono un’esperienza diversa da quella scolastica.


Il Consiglio di Stato ha deciso di liberare le necessarie risorse umane e finanziarie per poter avviare alcune sperimentazioni già a partire dal prossimo anno scolastico: sono previste l'assunzione di personale supplementare (indicativamente 3 persone a tempo pieno) con uno statuto di educatore o affine e l'attribuzione di un credito supplementare di circa 300'000 franchi.

Riassumo e concludo
Siamo coscienti che il problema dei casi "ingestibili" esiste e va affrontato. Non siamo però nel Bronx.

Le componenti della scuola – genitori, allievi, docenti – chiedono di elaborare regole chiare e condivise la cui violazione sia seguita da sanzioni adeguate e certe. Stiamo attentamente valutando affinamenti dei regolamenti e la messa a disposizione delle scuole di indicazioni sulle modalità di intervento.

Abbiamo riflettuto a fondo su come affrontare e risolvere situazioni particolarmente gravi -a monte delle quali spesso manca la famiglia – proponendo soluzioni che si ispirino nel limite del possibile e del ragionevole al concetto di scuola integrativa sempre partendo da un’ottica educativa.

Il Consiglio di Stato ha deciso di adottare, in via sperimentale e già a partire dal prossimo mese di settembre, misure per affrontare le situazioni più gravi e ha liberato risorse umane e finanziarie supplementari, attualmente valutate in 300'000 franchi, ma che potrebbero raggiungere, in caso di generalizzazione delle misure sull'intero territorio, un importo attorno a ca. 3 mio di franchi all'anno.

Per il momento - e in attesa dell'esito della sperimentazione - rimane dunque in sospeso la misura che considera il possibile collocamento dei casi particolarmente difficili in istituti con scolarizzazione interna. Anche su questo punto stiamo riflettendo e verificheremo, sulla scorta delle sperimentazioni del prossimo anno scolastico, la necessità di creare Istituti con scolarizzazione interna a partire dai prossimi anni scolastici.