20 giugno 2007

Fine anno scolastico 2006/2007



(Lettera aperta di Gabriele Gendotti - Consigliere di Stato e Direttore del DECS - per la fine dell'anno scolastico 2006/2007)




Gentili signore e signori,

rinnovo anche quest’anno la consuetudine, doverosa ma gradita, di rivolgermi a tutte le persone che operano nel campo della formazione, sia negli uffici dipartimentali, sia nelle scuole, ed esprimo la mia gratitudine per l’impegno dimostrato nell’assolvimento di compiti sempre più complessi, perché sempre più complessa diventa la realtà in cui siamo chiamati a operare.

E’ doveroso in questa occasione ringraziare chi mette a disposizione le proprie competenze, il proprio lavoro e la propria intelligenza perché la nostra scuola rimanga un luogo in cui non solo si acquisisce nuovo sapere, ma si è anche consapevoli dell’importanza di imparare.

E’ una consuetudine gradita perché consente di prendere contatto diretto con chi condivide il piacere di costruire qualcosa per il Paese, ma anche le preoccupazioni che la società in cui viviamo fa nascere e coltiva dentro di sé per le trasformazioni in atto, la messa in discussione di valori considerati finora indiscutibili e la susseguente mancanza di orientamento.

Ci siamo parecchio occupati, quest’anno, delle proposte dell’accordo intercantonale HarmoS. Il Dipartimento ha condiviso le preoccupazioni provenienti da diverse cerchie della nostra scuola e si è impegnato per una riforma dell’ordinamento scolastico che non affossa quello che di positivo è già stato fatto e la cui bontà ci è riconosciuta anche fuori dei confini cantonali.

Ma la soluzione non sarà quella di estraniarci da quanto viene proposto – conseguenza, per esempio, della nuova realtà in movimento, delle migrazioni internazionali, della convivenza tra differenti provenienze culturali, della necessità di favorire la mobilità – ma di essere presenti e attivi con le nostre esigenze e la nostra esperienza laddove si fa necessaria un’armonizzazione, non un’uniformazione, di sistemi diversi.

E’ certo che fare dell’integrazione – interpretata come opportunità - uno degli obiettivi della politica scolastica vuol dire esserci incamminati su una strada non priva di difficoltà. Anche se l’integrazione non è solo della scuola, essendo altri attori sociali chiamati a dare il loro contributo e a sostenerci in questa azione, non vediamo come sia possibile fare un passo indietro, di fronte all’eterogeneità divenuta ormai elemento centrale della nostra società e dunque delle classi delle nostre scuole.

Preoccupano oggi gli atti di violenza entrata nelle nostre scuole, derivanti spesso da situazioni familiari difficili o compromesse, da vite vissute lontane dai nostri criteri di giudizio, da modelli di riferimento discutibili o persino sbagliati.

Il Dipartimento ha recentemente illustrato una nuova serie di misure per far fronte con successo, ma anche con ragionevolezza, a quella decina di casi definiti “ingestibili” che hanno turbato recentemente docenti, famiglie e giovani delle nostre scuole. Le misure previste vanno dalla diversificazione dell’insegnamento a progetti individualizzati all’interno della scuola. Non potrà ovviamente venir meno la collaborazione di enti e servizi esterni alla scuola. La situazione viene presa sul serio senza incorrere in interpretazioni strumentali o lasciarci trascinare da reazioni emotive.

Le vacanze che stanno per cominciare – lunghe o meno lunghe che siano - serviranno a recuperare le energie spese durante questi mesi in un lavoro spesso gratificante, ma talvolta anche fonte di qualche delusione. La pausa può servire anche a approfondire studi lasciati in sospeso, a leggere nuovi libri, ad acquisire nuove conoscenze ed esperienze.

Buona estate a tutte e a tutti.