22 marzo 2007

Campagna 2007 di sensibilizzazione dei giovani a Scienza e Tecnica


(Intervento di Gabriele Gendotti - Consigliere di Stato e Direttore del DECS - in occasione del Lancio delle iniziative di giovedì 14 marzo 2007 a Mezzovico per la Campagna 2007 di sensibilizzazione dei giovani a Scienza e Tecnica)


Gentili Signore e Signori,

prima di tutto un sentito ringraziamento alla ditta Hydac di Mezzovico che ci ospita: è una delle aziende che collabora con la SUPSI in progetti di tecnologie innovative e ci è sembrato giusto collocare la nostra iniziativa in un contesto significativo.

Infatti, parlare di scienza e di tecnica esige una visione globale del problema, dalla formazione di base, alla ricerca di punta, alle applicazioni aziendali, fino alle condizioni quadro politiche necessarie perché tutto questo complesso circolo virtuoso possa prosperare.

In tutta Europa serpeggia una preoccupazione relativa alla diminuzione di interesse da parte dei giovani e delle giovani per le formazioni e le professioni scientifiche e tecniche: il fenomeno è ancora poco visibile, perchè in numeri assoluti non assistiamo a crolli importanti (salvo, stranamente, in informatica) ma se confrontiamo l’aumento importante in altre discipline ci rendiamo conto della perdita di velocità delle discipline scientifiche. Fenomeno ancor più preoccupante se esaminiamo la situazione della formazione dottorale: rimane una formazione di alta qualità, ma pochi svizzeri in proporzione vi accedono.

Questa preoccupazione del mondo politico e della formazione si è tradotta in tutta la Svizzera in una serie di iniziative per sensibilizzare la popolazione e sostenere i giovani e le giovani nella scelta di una formazione impegnativa e non priva di ostacoli.

In nessun modo si tratta di creare una inesistente concorrenza o confronto tra le discipline tecnico-scientifiche e quelle umanistiche: entrambe sono parte integrante della nostra cultura. Ogni progresso scientifico e le relative applicazioni tecniche hanno sempre richiesto un approfondimento sul piano umanistico, filosofico, etico. Basti pensare allo sviluppo della biomedicina, campo in cui anche il Ticino ha istituti di alto prestigio, e alle implicazioni etiche, filosofiche, politiche.

Negli ultimi anni il DECS ha messo l’accento sullo sport, sulla formazione professionale, sulla lettura. Ricordo le campagne di sensibilizzazione dei giovani realizzate in collaborazione con il Centro scolastico per le industrie artistiche – il CSIA di Lugano – "Dopo scuola… faccio sport" (2003), "Coltivo il mio carattere senza le dipendenze" (2004), "Effetto lettura" (2005), "Apprendista apprendi e sorprendi" (2006).

La campagna di quest’anno vuole, se possibile, contribuire a compensare uno squilibrio, evitare l'impoverimento del settore scientifico, apparentemente meno attrattivo.

Il progetto “Ticino della scienza e della tecnica” vuole creare occasioni di incontro e di esperienze dirette: non riteniamo efficace vendere la scienza come si vende un gelato o una canzone, ma creare concrete occasioni per conoscere persone appassionate del loro mestiere, capaci di trasmettere questa passione e anche la forza per sostenere gli sforzi necessari.

Queste esperienze dirette vogliamo offrirle a tutte le età e in contesti diversi: la scuola rimane il luogo privilegiato dove si sviluppa il piacere della conoscenza, ma non è il solo.

Per questo nelle iniziative raggruppate sotto il progetto “Ticino della scienza e della tecnica” troviamo campi di vacanza e di scoperte, abbinamenti tra sport e scienza, attività di tempo libero, speriamo capaci di affascinare e di creare interessi durevoli. Evidentemente non abbiamo dimenticato i luoghi della ricerca e della produzione tecnologica, come l’azienda che ci ospita.

Il Ticino è entrato tardi nel mondo dell’alta tecnologia e della ricerca: abbiamo oggi premesse impensabili ancora pochi anni fa. Il Cantone dispone di strutture di formazione universitaria, USI, SUPSI, ASP, Istituto universitario federale per la formazione professionale. Operano sul nostro territorio prestigiosi e riconosciuti istituti di ricerca scientifica (pensiamo all'IRB o allo IOSI o al CSCS), di transfert tecnologico.
Ma sul nostro territorio sono pure presenti importanti aziende innovative. Si tratta di una base di partenza favorevole per un ulteriore passo avanti.

Settimana prossima il Gran Consiglio voterà, se non ci saranno sorprese dell'ultimo minuto, il messaggio sugli investimenti resi possibili dai proventi dell'oro della Banca nazionale: 15 milioni di franchi sono previsti per investimenti nella ricerca, 10 per il sostegno alle imprese innovative.

Ma le premesse strutturali e i finanziamenti non servono se non ci sono le donne e gli uomini competenti e capaci di assumere gli impegni necessari.

Il progetto non vuole lanciare proclami o parole d’ordine, vuole permettere alle giovani e ai giovani di questo Cantone di scegliere con lucidità il loro futuro, di trovare i necessari sostegni per professioni, studi, carriere impegnative e molto esigenti.

In una società che sembra premiare il tutto e subito, il facile e il piacevole dire con convinzione che anche le scelte impegnative pagano, che il futuro – il loro e il nostro – passa anche dalla coltivazione di una passione non è facile.

Gli attori dei progetti vi illustreranno alcune iniziative: il denominatore comune è dato dall’incontro diretto con uomini e donne che fanno scienza, che usano la tecnica, con intelligenza e ne sono soddisfatti. Sono convinto che questi incontri con le persone e le emozioni che sapranno suscitare potranno essere il miglior strumento per avvicinare le giovani e giovani alla scienza e alla tecnica.

Il progetto è un cantiere aperto: le iniziative presentate sono quelle conosciute in questo momento e che si sono inserite nel progetto, altre iniziative saranno evidentemente ben accolte. Sappiamo che il tema è molto sentito e che si sta lavorando in molti contesti. L’unificazione degli sforzi permetterà di aumentarne l’efficacia.

Dieci anni fa il nostro Cantone era in grado di attrarre progetti nella ricerca scientifica per meno di 1 milione di franchi: quest’anno siamo sui 10 milioni, evidentemente ancora pochi se ci confrontiamo con Zurigo o Ginevra, ma l'aumento è stato imponente.

Lo stesso processo dobbiamo poterlo provocare nella creazione di posti di lavoro per personale qualificato: il Ticino rimane un esportatore di cervelli. È un fenomeno non facile da misurare, ma semplificando al massimo se il Ticino produce 100 diplomati, poi può offrire solo 80 posti di lavoro qualificati: il Canton Zurigo forma 100 diplomati e offre 150 posti di lavoro. Se non riusciamo a invertire anche questa tendenza, tutti i nostri sforzi saranno inutili.

Io mi auguro che tra dieci anni il mio successore possa affermare che il processo iniziato nel 1996 con la creazione dell’USI e della SUPSI ha dato i suoi frutti e che da esportatori di cervelli siamo diventati attrattori, capaci di mantenere il circolo virtuoso tra formazione, ricerca, occupazione. Insisto su questa visione globale, che vede una collaborazione trasversale tra vari settori dell’amministrazione pubblica, tra vari ordini di scuole, tra formazione e azienda, tra tecnica e umanesimo.

Se avremo successo, magari un piccolo riconoscimento verrà dato anche a questo progetto, perché senza donne e uomini competenti e impegnati nessun progresso è possibile.

Vi ringrazio dell’attenzione.