29 ottobre 2006

Inaugurazione della Casa dell’Accademia

(Intervento di Gabriele Gendotti di sabato 28 ottobre 2006 a Mendrisio)

[fa stato il testo parlato]

Signor Presidente della Fondazione Casa dell’Accademia,
Signori Presidente e Segretario generale dell’Università della Svizzera Italiana,
Signor Direttore dell’Accademia di architettura,
Signor Sindaco,
Cari studenti, docenti e collaboratori dell’Accademia,
Gentili signore e signori

dieci anni or sono cominciava per il nostro Cantone l’avventura universitaria, con l’avvio del primo anno accademico. I primi corsi iniziarono infatti nell’ottobre del 1996, seguiti da un centinaio di studenti a Mendrisio e da alcune centinaia di studenti nelle due facoltà di Lugano.

Solamente un anno prima, siamo nell’ottobre del 1995, il Gran Consiglio varava la legge costituente l’Università della Svizzera Italiana. È stato un momento importante, intenso ed emozionante. È stato il culmine degli sforzi di alcune persone lungimiranti che hanno saputo tessere con pazienza e perseveranza i molti interessi e le varie sensibilità facendoli convergere verso uno scopo comune, d’interesse generale: la creazione di un’Università nel nostro Cantone, dopo 150 anni di discussioni.

I mesi successivi al voto del nostro Parlamento sono stati particolarmente frenetici ed intensi negli sforzi preparatori, concentratisi come dicevo poc’anzi in un solo anno, allo scopo di permettere l’apertura dei corsi e l’accoglienza dei primi studenti. Questo notevole impegno è proseguito anche negli anni seguenti ed era destinato a costituire e a completare il corpo docenti ed a realizzare gli spazi necessari all’insegnamento e alla ricerca. Sia a Lugano che a Mendrisio abbiamo destinato in questi anni importanti mezzi, anche finanziari, per permettere alla nostra giovane Università, ai docenti e agli studenti di disporre di condizioni di studio e di ricerca che oggi sono certamente ottimali.

Già nei primi anni di vita dell’USI tuttavia ci si è resi conto che la presenza di un’Università produce anche bisogni in altre strutture e altri servizi, collaterali in quanto priorità d’investimento dal punto di vista dello Stato, ma certamente importanti per lo sviluppo di un Ateneo e quale ponte d’integrazione fra gli studenti provenienti da tutti i continenti, e la realtà locale del nostro Cantone.

Già nei primi anni, nel 1998 per la precisione, qui a Mendrisio un gruppo di persone, d’intesa con i vertici dell’Accademia di architettura, hanno sviluppato l’idea di realizzare una casa per accogliere i molti studenti provenienti da fuori Cantone che si iscrivono all’Accademia. È stata così costituita la Fondazione Casa dell’Accademia, una fondazione privata presieduta nei primi anni dal signor Max Indermaur, ormai scomparso, e con il sostegno quale presidente onorario di Giuseppe Buffi.
Questa iniziativa privata si è dimostrata negli anni azzeccata. È stata sviluppata di concerto con l’Accademia di architettura, con il Cantone, con la Confederazione e con il Comune di Mendrisio e ha permesso di mobilitare anche importanti risorse finanziarie private, certamente benvenute pensando al periodo difficile per le finanze degli Enti pubblici. Questo è certamente un modello originale ed interessante di partenariato fra Pubblico e Privato, sia per la suddivisione della partecipazione finanziaria sia per la ripartizione dei rischi imprenditoriali. I risultati, tanto dal punto di vista architettonico ed estetico, sia da quello funzionale ma anche da quello finanziario, sono molto interessanti.

Il Cantone Ticino ha contribuito mettendo a disposizione il terreno, sul quale è stata edificata questa bella casa per studenti, e versando un contributo finanziario di 1 milione di franchi.

In questi 8 anni vi sono stati anche alcuni momenti delicati che però, con perseveranza talvolta al limite dell’ostinazione da parte del consiglio di Fondazione, hanno potuto essere brillantemente superati. Questa convergenza di intenti fra privati e Stato ci permette oggi di mettere a disposizione degli studenti dell’Accademia di architettura una struttura importante per lo sviluppo ulteriore dell’Ateneo, che va a completare le strutture per l’insegnamento realizzate dall’Università negli scorsi anni.

La Casa dell'Accademia rappresenta dunque un ulteriore e significativo tassello del Ticino della conoscenza, un Ticino che - e qui prendo lo spunto dal Rapporto sugli indirizzi - crede nella formazione e nella ricerca scientifica le quali "rappresentano in tutte le nazioni industrializzate un settore di investimento prioritario, in una serrata concorrenza fra le nazioni e le regioni" per cui "solo l'accesso alle nuove conoscenze e alle innovazioni tecnologiche permette di mantenere una struttura di produzione competitiva".

Ho già avuto modo di dire che il sistema universitario della Svizzera italiana è ancora giovane, ma in pochi anni ha raggiunto importanti traguardi e ha saputo conquistarsi un suo ruolo e una sua identità nel campo della formazione superiore. È una nota di merito per tutte le forze migliori di questo Cantone che si sono unite e che hanno saputo guardare oltre il proprio orticello in modo coerente e lungimirante. Ma non possiamo dormire sugli allori perché anche gli altri sono bravi. Puntiamo dunque con convinzione sul Ticino della conoscenza, sul consolidamento di un solido contesto scientifico residente capace di attirare cervelli, di produrre conoscenza, di sostenere l'innovazione. Per fare questo dobbiamo assumere un atteggiamento positivo e aperto, dobbiamo sostenere le sinergie e le collaborazioni, mettere in rete il sapere, definire le priorità.

Il nostro sistema formativo vuole anche essere interlocutore attento, curioso e innovativo della vita sociale, culturale e economica del Cantone. Un sistema universitario che dialoga con il territorio nel quale è inserito, che contribuisce a creare parecchi nuovi posti di lavoro altamente qualificati e che vuole, da un lato, capire le esigenze del mondo del lavoro in modo da poterne garantire l'aderenza con i percorsi formativi, dall'altro contribuire attraverso una fitta rete di collaborazioni nazionali e internazionali alla crescita morale, intellettuale e economica del Paese.

Ringrazio sentitamente il Presidente della Fondazione, ing. Pietro Martinelli e tutti i membri del Consiglio di Fondazione per il loro impegno, come detto poc’anzi talvolta addirittura ostinato, che ci permette oggi di inaugurare questo centro residenziale per studenti, un fiore all’occhiello per la nostra Accademia di architettura e per i nostri studenti.