10 maggio 2007

Assemblea della Società Svizzera degli Impresari Costruttori sezione Ticino (SSIC Ticino)

(Intervento di Intervento di Gabriele Gendotti – Consigliere di Stato e Direttore del DECS - in occasione dell'Assemblea della Società Svizzera degli Impresari Costruttori sezione Ticino - SSIC Ticino - di giovedì 10 maggio 2007 a Mendrisio)

[fa stato il testo parlato]

Signori presidente, signor direttore,
signore e signori impresari,

sono particolarmente compiaciuto di portare il saluto del Consiglio di Stato all’assemblea della SSIC, che è un po’ la cartina di tornasole dell’economia ticinese: se il settore dell’edilizia sta bene, se è in buona salute, normalmente è in buona salute anche l’economia del Cantone.

Sappiamo che nel campo della formazione il Cantone Ticino viene spesso considerato come una palestra di innovazioni, un cantiere aperto, attento ai bisogni dell'individuo e, al contempo, alle nuove esigenze di una società moderna; un Cantone capace di dar vita a progetti pilota o a riforme che diventano poi modelli per altri cantoni.

Non mi riferisco unicamente alla politica universitaria del nostro Cantone, una politica unitaria e coordinata in collaborazione con l'industria, che mira a sviluppare ulteriormente l'offerta di formazioni superiori e la ricerca scientifica di base e applicata. In occasione della vostra assemblea penso in particolare al settore della formazione professionale. Ed è proprio in questo settore che mi piace sottolineare l'ottima, intensa e proficua collaborazione che si rinnova, anno dopo anno, fra i servizi del mio Dipartimento e la Società Svizzera degli Impresari Costruttori.

Il centro SSIC di Gordola
L'ultimo tassello importante di questa collaborazione è la recente approvazione del Gran Consiglio del contributo di 13 mio di franchi per il programma di ampliamento, ristrutturazione e messa in sicurezza del Centro professionale di Gordola della SSIC.

È un Centro che svolge un ruolo importante nella formazione di base e continua in cui si svolgono i corsi interaziendali per gli apprendisti delle professioni artigianali che gravitano nell'ambito dell'edilizia e del genio civile. Un Centro che definirei come un ulteriore "fiore all'occhiello" del panorama formativo ticinese; un Centro che accoglie anche giovani e operai provenienti dai Grigioni e italofoni residenti in altri cantoni.

Il convinto sostegno del Parlamento va interpretato come un esplicito e concreto riconoscimento dell'importanza di un Centro che ogni anno ospita circa 1'500 apprendisti ai quali si aggiungono altri 1'700 giovani e meno giovani iscritti ai corsi di formazione continua. Il sostegno del Parlamento. È anche espressione della volontà di continuare sulla strada della collaborazione fra l'ente pubblico e le organizzazioni del mondo del lavoro che condividono gli stessi spazi e che trovano - e troveranno sempre più - a Gordola un ambiente e le infrastrutture ideali per la formazione e il perfezionamento delle loro collaboratrici e dei loro collaboratori.
Non solo: il convinto sostegno del Parlamento va anche inteso come riconoscimento a chi ha diretto con passione e competenza il Centro. Al direttor Losa esprimo il mio sincero ringraziamento per tutto quanto ha fatto per la formazione, per averlo fatto con dedizione, con passione, per aver creduto sino in fondo a tutti i passi che il Centro ha compiuto per migliorare la formazione di migliaia di apprendisti; al contempo auguro soddisfazioni per il futuro al direttore entrante, Paolo Ortelli.

Una riflessione sul ruolo della SSIC nella formazione professionale
Nella formazione la SSIC svolge un ruolo di primo piano. Riconosco alla SSIC un tipo di approccio molto attento, sensibile e dinamico alla formazione professionale. È un'attenzione che si traduce in iniziative concrete come i corsi di qualifica e di riqualifica che offrono la possibilità a molte persone di acquisire e di perfezionare le loro competenze per svolgere nel migliore dei modi il loro lavoro nell’edilizia e nel genio civile e che consentono al contempo di valorizzare la dignità del singolo collaboratore, di soddisfare le ambizioni personali, di stimolare la curiosità e la voglia di imparare sempre qualcosa di nuovo, magari ottenendo una gratificazione sul piano morale (che è poi la valorizzazione del capitale umano) oppure materiale.

Non solo: so che la disponibilità delle imprese di costruzione a mettere a disposizione posti di tirocinio è generosa. In altre parole, nell'ambito del collocamento a tirocinio, l'offerta soddisfa la domanda. Tanto per dare un valore quantitativo del vostro impegno in materia di formazione professionale, nel Canton Ticino vi è più o meno lo stesso numero di apprendisti muratori che nel Canton Zurigo.

Mi sembra interessante sottolineare un dato: se nella seconda metà degli anni '90 i nuovi contratti di tirocinio stipulati erano circa 40 - 50 all'anno, a partire dal 2004 i nuovi contratti oscillano attorno alle 70 - 80 unità. Si tratta di un aumento significativo, di certo non casuale.

Probabilmente i fattori che hanno concorso ad aumentare il numero di posti disponibili sono molteplici: la congiuntura più favorevole come conseguenza della ripresa economica - il vostro presidente ha sottolineato come “stiamo attraversando un momento particolarmente felice per la [vostra] attività imprenditoriale” - ha senz'altro avuto un ruolo decisivo.
Credo che l'introduzione del criterio "formazione di apprendisti" nell'ambito dell’attribuzione delle commesse pubbliche abbia ulteriormente - diciamo - “stimolato” l'offerta di posti.
Forse potremmo anche aggiungere l’opera di sensibilizzazione sulle professioni tecniche e dell'edilizia e, in particolare, su una professione, quella di muratore, che presenta interessanti riscontri finanziari (già durante l’apprendistato gli standard retribuitivi sono senz’altro buoni) e altrettanto interessanti sbocchi professionali, di studio e possibilità di carriera. Sappiamo infatti che il nostro sistema formativo è sempre più flessibile, è sempre più in grado di rispondere alle esigenze e alle capacità del singolo. Ottenuto l'attestato federale di muratore è possibile frequentare una Scuola specializzata superiore, diventare capo muratore, impresario costruttore oppure, con la maturità professionale, iscriversi ad una Scuola universitaria professionale.

Anche i dati del collocamento a tirocinio per i muratori sono quest'anno confortanti: l'Ufficio dell'orientamento scolastico e professionale mi ha segnalato proprio ieri che i nuovi posti di tirocinio annunciati sono attualmente 74, di cui 60 sono ancora liberi, 8 in trattativa, 6 già occupati. Nelle prossime settimane confidiamo di poter aumentare l'offerta sino a 80-90 unità.

È anche vero che, a differenza di altri settori, come ad esempio quello commerciale o della vendita, il vostro settore corre il rischio di non trovare abbastanza apprendisti “indigeni”. L'offerta supera infatti la domanda. E per soddisfare la domanda circa 1/3 degli apprendisti muratori provengono dalle zone di confine, soprattutto dal Varesotto, senza dimenticare Como e Verbania-Cusio-Ossola.

L'interesse e l'importanza che la SSIC attribuisce alla formazione trova rispondenza anche attraverso azioni ben studiate come:
· il nuovo dossier illustrato sulla professione di muratore e di muratrice, allestito in collaborazione fra la SSIC e l’Ufficio dell’orientamento scolastico e professionale;
· il programma "il mio stage in impresa" che aiuta ad avvicinare i futuri apprendisti al mondo della costruzione e a capire se quest'ultimo risponde alle loro ambizioni e ai loro interessi, in altre parole se il "mestiere piace"; ma aiuta anche il datore di lavoro a pianificare in modo efficace e mirato lo stage.

Nei prossimi anni saremo tutti chiamati a compiere ancora nuovi sforzi per adeguare i percorsi formativi alle nuove esigenze del mondo del lavoro: l’intero settore della formazione professionale adotterà infatti le nuove ordinanze federali che sostituiranno progressivamente i precedenti regolamenti di tirocinio.

Due parole sui lavori pubblici
In questi mesi il Governo, attraverso i suoi servizi, sta allestendo il Piano finanziario per il quadriennio 2008-2011. Vi posso anticipare che, perlomeno al momento in cui vi parlo, si intende mantenere un alto volume complessivo degli investimenti, anche per avere risposte pronte nel caso in cui, dopo il picco di volumi di lavori nell’edilizia che si sta registrando, dovesse subentrare una fase di assestamento. Gli investimenti pubblici previsti dovrebbero contribuire ad assorbire una possibile ma evidentemente non augurabile né augurata stasi nell’edilizia privata, provocata dal rialzo degli interessi bancari che si sta lentamente delineando.

Nel complesso degli investimenti previsti dal Cantone nel quadriennio 2008-2011, un particolare spazio sarà dedicato al risanamento e alla conservazione del patrimonio immobiliare dello Stato, sulla scorta di un’analisi effettuata con un programma elaborato dalla Sezione della logistica in stretta collaborazione con la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana. Vedete come le strutture universitarie che sono state istituite in questi anni servono anche per muovere l’economia privata e in particolare l’edilizia.

D’altro canto, assieme agli investimenti pubblici promossi dal Cantone, vi sono pur sempre, nell’immediato e anche più lontano futuro, quelli dei grandi cantieri ferroviari, che hanno pur sempre un indotto anche per le imprese locali, perlomeno nei lavori di preparazione e nelle sistemazioni esterne.

Pertanto, pur con la necessaria prudenza, penso che possiate guardare al futuro, per quel che riguarda la parte pubblica, con un certo ottimismo.

Concludo con un accenno alle sfide per il futuro
Nel rendiconto 2006 il vostro direttore ha sottolineato il contributo dato dal vostro settore alla crescita economica, quindi al benessere, del Paese; ed ha anche sottolineato la necessità di affrontare problematiche ambientali, al punto tale che parecchie aziende sarebbero interessate ad “effettuare investimenti legati alla protezione della natura”.

È un tema, quello ambientale, attorno al quale ha riflettuto anche il Governo nella sua recente seduta al Monte Verità, cosciente che le grandi sfide del futuro si chiamano, ad esempio, energia, risorse, carichi ambientali e cosciente che gli effetti dei cambiamenti climatici sono ormai tangibili anche da noi. Pensiamo all’oro blu, all’acqua. La Svizzera è considerata il "tesoro idrico" dell'Europa e i momenti di siccità in estate non sono mai durati così a lungo da indebolire nelle persone la sensazione di vivere nell'abbondanza d'acqua. Ma c'è qualcosa oggi che fa traballare quell'idea di disporre di un bene essenziale considerato inesauribile.

Sono sfide che non conoscono confini e che chiederanno sempre più adattamenti nei nostri comportamenti individuali e collettivi, che chiederanno profonde riflessioni e forti investimenti; sono problemi globali che devono essere affrontati e risolti anche su un piano locale con un approccio di tipo interdisciplinare e senza tabù, un approccio che consideri il giusto equilibrio - sottolineo equilibrio - fra le esigenze dell’economia, della società e dell’ambiente.

È il principio dello sviluppo sostenibile che finalmente non viene più confuso – in modo superficiale e distorto – con la pura e semplice protezione della natura; che si è finalmente svincolato dall’etichetta di “freno allo sviluppo economico”; che sta pian piano diventando - e a giusta ragione - un metro di valutazione per tutte le politiche settoriali.

Sono sicuro che anche il mondo della costruzione, che vive e dialoga con il territorio, saprà affrontare queste nuove sfide con senso di responsabilità, con quello spirito aperto e innovativo necessario per poter cogliere le opportunità di crescita economica, sociale e culturale del Paese.

Vi ringrazio dell'attenzione.