14 dicembre 2006

Vendita stabile sede Banca Nazionale a Lugano

Interpellanza del 6.11.2006 "Vendita stabile sede Banca Nazionale a Lugano" presentata dal Gruppo liberale radicale in Gran Consiglio
Interpellanza del 21.11.2006 "Banca nazionale e Museo: è tutto perduto?"

Risposte di Gabriele Gendotti, Consigliere di Stato, agli atti parlamentari, durante la seduta del Gran Consiglio di mercoledì 13 dicembre 2006.


[fa stato il testo parlato]


Signor Presidente
Signore e signori Deputati

rispondo alle interpellanze del gruppo liberale radicale e dei deputati Ignazio Bonoli, Carlo Luigi Caimi e Armando Boneff che riguardano la vendita dello stabile della Banca nazionale svizzera a Lugano.

È l'occasione per togliere dall'aria quelle insinuazioni di trattative mal condotte dal Consiglio di Stato messe in giro ad arte da chi ha altri progetti per il futuro del Museo Cantonale d'Arte.

Prima fase: gli incontri preliminari - la BNS compie il primo passo
Il Cantone Ticino ha dimostrato a più riprese il suo interesse per l'acquisto dello stabile della BNS nell'ambito di un progetto culturale. Va sottolineato che il Museo Cantonale d'Arte è già da anni inquilino della BNS.

Il primo incontro fra il direttore della BNS di Lugano, signor Picchi, e il sottoscritto - accompagnato dall'allora direttore della Divisione della cultura Lorenzo Sganzini e dal direttore del Museo Cantonale d'Arte Marco Franciolli - ha avuto luogo il 24 gennaio 2003 a Lugano. Successivamente, il 3 luglio 2003, ho incontrato a Berna i rappresentanti della BNS per un colloquio di approfondimento.

È significativo rilevare come il secondo incontro del 3 luglio 2003 sia stato voluto dai rappresentanti della BNS proprio per significare al direttore del Dipartimento responsabile della politica culturale la chiusura dell'unica sede istituzionale della BNS nella Svizzera italiana e la possibilità di attribuire allo stabile una destinazione legata al Museo Cantonale d'Arte, analogamente a quanto fatto dalla BNS in altre città svizzere.

Durante i due incontri ho potuto quindi prendere atto delle intenzioni della BNS e ho potuto ribadire il forte e fondato interesse dello Stato del Cantone Ticino all'acquisto dello stabile.

L'interesse si fondava - e si fonda - sul fatto che l'edificio della BNS presenta un notevole valore dal punto di vista storico e architettonico e, soprattutto, l'acquisizione del palazzo da parte dello Stato permette di risolvere i problemi che affliggono il Museo Cantonale d'Arte da anni. Con l'acquisizione dell'edificio della BNS si possono infatti recuperare nove sale espositive sia nel Museo Cantonale d'Arte, attualmente chiuse al pubblico poiché adibite a deposito, sia nell'edificio attualmente utilizzato per le attività della BNS. Inoltre la direzione del Museo occupa già da alcuni anni alcuni spazi dello stabile della BNS.

Oltre a risolvere definitivamente il problema dei depositi e a permettere il recupero di un numero considerevole di sale espositive del Museo Cantonale d'Arte e a disporre di spazi sicuri e adatti alla conservazione di un grande patrimonio della collettività - le opere d'arte attribuite o gestite dal Museo costituiscono un patrimonio culturale di tutti, che va valorizzato e reso accessibile al pubblico - l'acquisizione offre la possibilità di adibire ad uso pubblico le sale del pianoterra dello stabile della BNS migliorando considerevolmente la visibilità e la qualità degli spazi attribuiti al Museo.

Il 31 marzo 2006 ho nuovamente avuto una riunione a Berna con i rappresentanti della BNS.

Seconda fase: il "Prospetto informativo" e la prima offerta del Cantone
Il 23 giugno 2006 la BNS (cfr. allegato 1) trasmette la "Verkaufsdokumentation" (tradotto in italiano con "Prospetto informativo") nella quale viene indicato il prezzo base di vendita dell'immobile: CHF 6'400'000.


Nel "Prospetto illustrativo" al capitolo 9 (cfr. allegato 2) si precisa tra l'altro che:
· "Questa offerta è non impegnativa e non vincolante…" ;
· "I dati contenuti in questo prospetto sono di carattere generale ed informativo. Non si garantisce la loro esattezza e non fanno parte integrante di accordi contrattuali";
· "La vendita ad altro interessato è riservata", indicazione che è stata interpretata proprio come l'esito delle discussioni preliminari e la volontà della BNS di privilegiare un passaggio dello stabile ad un ente pubblico. Ma probabilmente, alla luce dei fatti recenti, il testo va ora letto con una nuova chiave di lettura.

È anche interessante rilevare come il "Prospetto informativo" non riporti alcuna indicazione relativa alle criteri di aggiudicazione dell'immobile: in altre parole non è precisato se il prezzo rappresenti l'unico criterio e quali siano eventuali ulteriori criteri adottati nella procedura di selezione delle offerte.

Il 27 giugno 2006 l'Ufficio di stima del Dipartimento delle finanze e dell'economia riceve l'incarico di "procedere all'accertamento del valore venale-commerciale della particella n. 300 RFD della città di Lugano, fondo sul quale è ubicata la sede della Banca nazionale svizzera di Lugano".

La prima offerta del Cantone
L'11 luglio 2006, tramite nota a protocollo, il Consiglio di Stato autorizza "la Sezione della logistica del DFE - in collaborazione con il Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport - […] a presentare un'offerta per l'acquisto dello stabile situato al mappale n. 300 in Via Canova 12 a Lugano di proprietà della Banca nazionale svizzera".

Il 20 luglio l'Ufficio di stima consegna il rapporto peritale che indica un valore venale - che corrisponde al prezzo di vendita che si può ottenere normalmente in una libera contrattazione di compravendita - pari a 8'000'000 di franchi.

Il 16 agosto 2006 la Sezione della logistica presenta - a nome del Consiglio di Stato - l'offerta per l'acquisto del fondo. Cito: "Considerando le nostre riflessioni sul valore dell'edificio, il vostro prezzo base di offerta e alcune questioni specificatamente legate alle ricollocazione del vostro personale e alla necessità di spazi logistici che avrete in futuro a Lugano, vi sottoponiamo la nostra offerta che integra gli aspetti finanziari con la nostra disponibilità a ricollocare presso l'Amministrazione cantonale una persona alle vostre dipendenze e a mettere a disposizione per un periodo di 20 anni gli uffici che vi necessitano per la vostra presenza a Lugano, limitatamente a uno degli appartamenti". L'offerta ammonta a CHF 6'000'000 (cfr. allegato 3).

I rappresentanti della BNS hanno sempre lasciato intendere che per evitare che il prezzo diventasse l'unico criterio di aggiudicazione, bisognava presentare una "Globalofferte" che tenesse conto delle necessità della BNS (messa a disposizione di spazi e assunzione del personale). Questo perché era sin dall'inizio pacifico che il Cantone non avrebbe potuto competere con privati a livello di prezzo di acquisto.

Il Cantone ha del resto fatto sapere quale era la cifra a disposizione dello Stato, peraltro iscritta nel Piano finanziario degli investimenti del Cantone.

La seconda offerta Cantone
Il 18 settembre 2006 la BNS precisa al Cantone di aver deciso di approfondire quelle offerte che si dimostrano attrattive su un piano dell'importo dell'offerta e della utilizzazione dello stabile prevista. Nella cerchia ristretta figura anche l'offerta del Ticino.

La BNS offre a questa cerchia ristretta di offerenti la possibilità di modificare o di precisare la propria offerta. Non è dato di sapere quali siano criteri che hanno spinto la BNS a approfondire solo alcune offerte, il perché, quali e quante offerte siano state scartate.

Nel suo scritto del 18 settembre 2006 (cfr. allegato 4) la BNS indica già dove e come il Cantone Ticino avrebbe dovuto modificare o precisare la sua offerta (fatto che può essere interpretato come ulteriore dimostrazione che il prezzo di vendita non era necessariamente l'unico criterio di vendita):
· primo punto. La riassunzione di un proprio collaboratore. La BNS chiede in particolare quali compiti sarebbero attribuiti a questa persona e con quale salario;
· secondo punto. L'affitto di un appartamento alla BNS per i prossimi 20 anni. Al posto compensare l'affitto dell'appartamento per i prossimi 20 anni nell'offerta di base, questa volta la BNS indica che è intenzionata a pagare un affitto allo Stato.

Non è dato di sapere quali modifiche o precisazioni siano state formulate ad altri concorrenti. Era sempre parso di capire che queste due condizioni - ripresa di un collaboratore e affitto di un appartamento - fossero state formulate unicamente al Cantone Ticino e alla Città di Lugano. A posteriori si desume che con ogni probabilità non è stato così. Può essere persino sollevato il dubbio che qualcuno abbia potuto formulare questa precisazione solo in seconda battuta.

Il 27 settembre 2006 il Consiglio di Stato, preso atto delle richieste e delle preferenze della BNS, precisa la sua offerta (cfr. allegato 5).

La seconda offerta si differenzia dalla prima nei seguenti punti:
1. l'importo dell'offerta del Cantone Ticino passa da 6 mio a 6,6 mio di franchi;
2. anziché considerare l'affitto dell'appartamento per un periodo di 20 anni nel prezzo di acquisto, il Cantone si impegna ad affittare un appartamento alla BNS al prezzo di 30'000 franchi all'anno più spese accessorie;
3. è precisata la disponibilità di integrare un collaboratore della BNS nell'amministrazione cantonale quale bidello o eventualmente custode con le indicazioni sulle condizioni salariali.

La decisione della BNS
Il 27 ottobre 2006 la BNS informa il Consiglio di Stato di aver "deciso la vendita dell'edificio bancario di Lugano a Wegelin & Co., Banchieri Privati, San Gallo".

La BNS precisa che "nell'ambito del bando di pubblico concorso per la vendita dello stabile, diversi fattori hanno avuto un'importanza determinante per l'aggiudicazione a Wegelin Banchieri Privati".

Quali sono stati i criteri di aggiudicazione che, è opportuno ricordare, non erano indicati nella documentazione di vendita? "Innanzi tutto, Wegelin & Co. è un istituto rinomato che a Lugano si occupa del trattamento del contante. Inoltre, questo istituto assicurerà un posto di lavoro a uno dei collaboratori della tuttora esistente della Banca nazionale. Infine, l'offerta di Wegelin Banchieri Privati si è situata nettamente oltre il prezzo base di 6,4 mio di franchi fissato dalla Banca nazionale. La Banca nazionale è convinta che con questa vendita sia stata trovata una buona soluzione dal punto di vista economico per la Piazza finanziaria di Lugano. Inoltre, con tale soluzione si assicurerà anche in futuro un'adeguata utilizzazione dell'infrastruttura esistente dell'immobile".

In altre parole: se all'inizio, nel 2003, si è partiti con un approccio che considerava la vendita dello stabile allo Stato nell'ambito di un progetto culturale - forse per "addolcire" la chiusura di un'ennesima struttura istituzionale al Sud delle Alpi - alla prova dei fatti è stato determinante il punto di vista economico.

Ancora oggi non si è a conoscenza, al di là delle enunciazioni di trasparenza, a quale prezzo sia stato venduto lo stabile della BNS.

Il giorno stesso, il 27 ottobre 2006, il Consiglio di Stato dirama un comunicato stampa in cui manifesta il suo "profondo disappunto" per la decisione della BNS e informa di essere "intenzionato a chiedere agli organi della Banca Nazionale Svizzera di voler tornare sulla loro decisione e di riprendere le trattative per assicurare il trapasso della proprietà allo Stato del Cantone Ticino".

I fatti più recenti
Il 7 novembre 2006 "il Consiglio di Stato chiede comunque un ulteriore incontro fra i vertici della Banca nazionale svizzera e una delegazione del Consiglio di Stato e del Municipio della Città di Lugano nel tentativo di poter ancora giungere ad un accordo a salvaguardia dell'interesse pubblico". La richiesta è condivisa dalla Città che "si interroga sulle modalità con cui è stata gestita la procedura di vendita, in particolare sulla richiesta di condizioni (locazione appartamento, riassunzione di un dipendente) che non figuravano nella documentazione inizialmente messa a disposizione (bando di concorso)".

L'incontro chiesto dal Consiglio di Stato e dal Municipio della Città di Lugano non ha mai avuto luogo. È significativo notare che prima della decisione del "Consiglio di banca" è arrivata la "Comunicazione alla stampa ticinese in occasione della visita di Jean-Pierre Roth, Presidente della Direzione generale della Banca nazionale svizzera, del 28.11.2006". Non è chiaro come mai il Presidente della direzione generale si sia espresso tramite i media prima delle decisione del Consiglio della banca nazionale. Per il Consiglio di Stato questo modo di procedere appare quanto meno scortese, intempestivo e poco trasparente.

Il 1. dicembre 2006 il Consiglio della Banca nazionale dirama un comunicato stampa in cui informa di essere " giunto alla conclusione che non vi sono ragioni per una riapertura del procedimento d'offerta". La richiesta di incontro del Consiglio di Stato e del Municipio della Città di Lugano non viene accordata. Solo il 4 dicembre 2006 il Consiglio di Stato riceve una comunicazione con la quale la BNS informa che "non può tornare sulla sua decisione di vendere l'immobile alla Wegelin & Co.".

Il 5 dicembre 2006 il Consiglio di Stato riflette sui prossimi eventuali passi, in particolare sulla possibilità di iscrivere a Piano regolatore uno speciale vincolo per l'esecuzione di opere di interesse regionale o cantonale in applicazione dell'art. 31 della Legge cantonale di applicazione della Legge federale sulla pianificazione del territorio (Lalpt) e informa che sarà indetto un incontro con la Città di Lugano.

Il seguito di questa ipotesi di lavoro, come pure altre che coinvolgono direttamente la Banca Wegelin, è tutto da discutere.

Nel merito delle risposte alle due interpellanze.

Domande del Gruppo liberale radicale in Gran Consiglio

1. Il Consiglio di Stato informi il parlamento sullo svolgimento delle trattative avvenute.
Le trattative sono iniziate già nel 2003. Il 16 agosto 2006 la Sezione della logistica - a nome del Consiglio di Stato - inoltra una prima offerta di 6,0 mio di franchi che considera la messa a disposizione degli spazi richiesti dalla BNS e la possibilità di integrare un collaboratore della BNS nell'amministrazione cantonale.

Il 27 settembre 2006, sempre in base a esigenze della BNS, il Consiglio di Stato inoltra una seconda offerta di 6,6 mio di franchi, precisando al contempo le condizioni, suggerite dalla BNS medesima, di riassunzione di un collaboratore della BNS e di affitto alla BNS stessa di un appartamento nella sede di Via Canova, la Südseite da loro auspicata con un canone di locazione di 30'000 franchi all'anno.

L'importo dell'offerta si fonda su quanto indicato nel piano finanziario 2004-2007 dello Stato. Cantone e Città di Lugano, consapevoli del fatto che il prezzo non poteva essere l'unica condizione, hanno deciso di comune accordo di non alzare la loro offerta.

2. Il Consiglio di Stato informi dettagliatamente sui previsti progetti di utilizzo dello stabile da parte delle Autorità cantonali e comunali?
Attualmente il Museo Cantonale d'arte non è più in grado di garantire uno standard adeguato per la conservazione del patrimonio artistico a causa della carenza di spazi adeguati. L’accumulo delle opere all’interno dei depositi compromette la sicurezza delle opere. L’acquisizione della sede della BNS permetterebbe di risolvere i problemi relativi al deposito delle opere. Lo svolgimento delle attività espositive è attualmente limitato dalla chiusura di numerose sale adibite a deposito di opere e materiali vari.

Per quanto riguarda la sede della BNS. Al piano sotterraneo sarebbero previsti i depositi del Museo Cantonale d’Arte; gli spazi sono idonei alla conservazione delle opere; oltre la metà delle opere attualmente conservate nel MCA verranno trasferite in questi spazi; uno spazio sarà riservato alle operazioni di preparazione delle opere per i prestiti in occasione di esposizioni (in entrata e in uscita dal MCA); nel deposito potranno essere sistemati gli stampati (cataloghi, programmi, ecc) attualmente depositati in vari punti del MCA.

Al Pianoterra sarebbero previsti gli spazi aperti al pubblico per rafforzare la visibilità del MCA verso la Piazza San Rocco. Verranno presentate, in esposizioni di breve durata e a rotazione, le nuove acquisizioni oppure piccole mostre di disegno e grafica legate alla Collezione; la sala sarà predisposta per poter organizzare conferenze e presentazioni stampa di eventi

Al primo e al secondo piano sarebbero previsti gli uffici per il personale scientifico, sala riunioni, biblioteca, archivi video.

Nell'attuale sede del Museo Cantonale d'Arte troverebbero posto 9 sale di varie dimensioni che potranno essere recuperate per le esposizioni e la collezione permanente; i depositi per le opere potranno ritrovare la qualità adeguata per garantire la conservazione del patrimonio.

3. Il Consiglio di Stato spieghi come intende procedere nelle prossime fasi, per permettere l'acquisto dello stabile da parte dell'Ente pubblico.
4. Come intende procedere nel caso in cui la Banca non dovesse modificare la propria decisione.
Le intenzioni del Consiglio di Stato sono riportate nella sua decisione del 5.12.2006. "Il Consiglio di Stato, richiamata l'esigenza di garantire il consolidamento e lo sviluppo delle attività culturali del Museo cantonale d'arte attraverso un recupero e un aumento di sale espositive e di spazi destinati a depositi per le collezioni di opere d'arte di proprietà del Cantone e tenuto conto che l'edificio ove ora è ubicata la sede della Banca nazionale svizzera a Lugano costituisce un esempio pregevole di architettura neoclassica in zona nuclei storici e tradizionali, ha deciso all'unanimità di chiedere alla Città di Lugano l'iscrizione a Piano regolatore, in applicazione dell'articolo 31 della Legge cantonale di applicazione della Legge federale sulla pianificazione del territorio (Lalpt), di uno speciale vincolo per l'esecuzione di opere di interesse regionale o cantonale. L'obiettivo è di consentire l'ampliamento, grazie all'annessione dell'edificio della Banca nazionale svizzera, del Museo cantonale d'arte. Il Consiglio di Stato, prima di formalizzare la richiesta, intende indire un incontro con il Municipio della Città di Lugano per spiegare i motivi e per concordare le modalità di attuazione di questo intervento pianificatorio di interesse generale.Il Consiglio di Stato rileva che la misura è presa esclusivamente a salvaguardia di un progetto culturale che consenta di risolvere i problemi di spazio del Museo cantonale d'arte nel centro storico di Lugano e di mantenere la destinazione pubblica di uno stabile che presenta un notevole valore dal punto di vista storico e architettonico".

5. come valuta la presenza di un rappresentante del presunto acquirente privato negli organi della Banca nazionale e se non ritiene che questo fattore abbia effettivamente influenzato - o addirittura reso pretestuose - le trattative di vendita, favorendone scorrettamente la parte privata e danneggiando gli interessi pubblici generali.
Tutti sanno che i rappresentanti che siedono nel Consiglio della banca sono persone molto influenti.

Domande dei deputati Ignazio Bonoli, Carlo Luigi Caimi e Armando Boneff

1. Il Consiglio di Stato ha fatto tutti i passi necessari per non lasciarsi sfuggire questa occasione?
Il Consiglio di Stato ritiene di aver compiuto tutti i passi necessari di sua competenza sin dal 2003, momento in cui la BNS ha deciso di chiudere la sua sede istituzionale di Lugano e ha lei stessa avviato il discorso per un passaggio dello stabile allo Stato del Cantone Ticino nell'ambito di un progetto culturale, analogamente a quanto successo in altre città svizzere.

Nella sua decisione la BNS ha precisato che "La Banca nazionale è convinta che con questa vendita sia stata trovata una buona soluzione dal punto di vista economico per la Piazza finanziaria di Lugano". A questo punto è pacifico che Cantone e Città di Lugano per ottenere in proprietà lo stabile avrebbe dovuto offrire un prezzo di acquisto più alto. Ancora oggi non si sa di quanto.

2. I suoi rappresentanti negli organismi della Banca Nazionale hanno fatto presente l'interesse del Canton Ticino per l'acquisto del sedime in vendita?
La rappresentante del Ticino negli organismi della Banca nazionale era informata dell'interesse del Cantone all'acquisto dello stabile ma, per evidenti ragioni, non ha potuto prendere parte alle decisioni. Non si sa sino a che punto si sono invece attuate azioni "lobbistiche".

3. Il Cantone ha trattato preventivamente un acquisto diretto o ha almeno chiesto di inserire nel bando di concorso una clausola a favore degli enti pubblici, come di solito avviene in casi come questo?
La BNS ha escluso sin dall'inizio la possibilità di una vendita diretta. Nel "Prospetto illustrativo" non sono state precisate le condizioni di aggiudicazione dello stabile. Era comunque precisato che "la vendita ad altro interessato è riservata".

4. Dopo aver inoltrato la propria offerta, il Consiglio di Stato ha sollecitato un incontro con gli organi della Banca per spiegare le necessità del Museo Cantonale?
La BNS, dovutamente informata, è sempre stata cosciente delle necessità del Museo Cantonale d'Arte, tant'è che i suoi rappresentanti hanno sollecitato il primo incontro del 2003. Anche dopo la prima offerta ha avuto luogo un ulteriore incontro fra i rappresentanti della BNS e del Cantone in occasione del quale si è fatto presente il forte interesse del Cantone Ticino.

5. Al punto in cui sono giunte le cose, il Consiglio di Stato non ritiene opportuno avviare un colloquio con la banca nazionale o magari con l'acquirente designato e far presente attraverso questa via l'interesse pubblico dell'operazione?
Il Consiglio di Stato è sempre stato in contatto, durante l'intera procedura, con i vertici della BNS. Alle richieste di incontro del Consiglio di Stato del 7 novembre 2006 e del 9 novembre 2006 del Municipio della Città di Lugano il Consiglio della Banca nazionale ha risposto che "non può tornare sulla sua decisione di vendere l'immobile alla Wegelin & Co" e che "non vi sono ragioni che, dopo l'avvenuta attribuzione, possano giustificare un incontro con i rappresentanti del Cantone Ticino e della Città di Lugano".

Il Consiglio di Stato è già entrato in contatto anche con la Banca Wegelin per il tramite del sottoscritto. È opportuno precisare che i rapporti fra il Consiglio di Stato e la Banca Wegelin sono improntati alla cordialità e che anche con questa Banca sono già in corso contatti volti a chiarire la situazione e a identificare possibili soluzioni.

6. Quando ha annunciato la vendita, la Banca nazionale aveva dimostrato la volontà di favorire l'ente pubblico. Questo fatto avrebbe sconsigliato altri interessati privati a inoltrare l'offerta. Se ciò corrisponde al vero, si può ritenere corretta la situazione venutasi a creare dopo la pubblicazione del bando? Il concorso non sarebbe da rifare? Il Consiglio di Stato ha approfondito questo aspetto?
Sulle modalità di conduzione della procedura di attribuzione sono state da più parti sollevate perplessità anche da privati. Quali erano i criteri di attribuzione dello stabile (solo aspetti finanziari, altro)? Possibilità di modificare e di precisare l'offerta in una seconda fase solo per una ristretta cerchia di offerenti? Questo aspetto rimane però di competenza dell'ente aggiudicante.

Personalmente sono a conoscenza che almeno un privato ha ritirato la propria offerta quando è venuto a conoscenza dell'interesse del Cantone e della Città di Lugano, così come sono a conoscenza che un altro privato (che mi ha autorizzato a dirlo in questa sede e che ha avuto la possibilità di precisare la propria offerta) il quale aveva presentato un'offerta di 8,517 mio di franchi.


Conclusioni
Oltre all'opportunità di chiedere alla Città di Lugano l'iscrizione a Piano regolatore di un vincolo per l'esecuzione di opere di interesse regionale o cantonale, il Consiglio di Stato intende valutare con attenzione anche altre soluzioni a tutto campo che diano le necessarie garanzie di continuità e di sviluppo del Museo cantonale d'Arte.

Il Consiglio di Stato ritiene di aver fatto tutto il possibile per entrare in possesso della sede della BNS di Lugano nell'ambito di un progetto culturale; manifesta forti perplessità sulle modalità con le quali la BNS ha condotto le trattative nonché la scarsa sensibilità dimostrata nei confronti del Cantone Ticino e della Città di Lugano; valuterà con la Città eventuali prossimi passi e approfondirà contatti con la Banca Wegelin per identificare eventuali soluzioni alternative.

Vi ringrazio dell'attenzione.