05 dicembre 2006

Volontariato e solidarietà

(Contributo di Gabriele Gendotti – Consigliere di Stato e Direttore del DECS - pubblicato martedì 5 dicembre 2006 su "La Regione")


Volontariato e solidarietà

Forse, almeno sul piano generale, la Giornata del volontariato fa meno rumore di altre. Non è giornata che s’annuncia con concerti di campane, rulli di tamburi e cortei festanti. Ma è la giornata di migliaia e migliaia di persone, che offrono tempo e risorse, momenti di solidarietà e di sostegno, e che si assumono compiti non sempre facili perché la giornata di chi è meno avvantaggiato di altri trascorra con un po’ di serenità, quasi di normale quotidianità. È la giornata di migliaia e migliaia di persone che lavorano, professionalmente formate con rigore, ad assumere compiti delicati e nel loro impegno ci mettono passione, entusiasmo e la loro sensibilità di fronte ai problemi gravi dell’esistenza. Vedono la vita in modo positivo perché uno dei compiti è quello di trasmettere agli altri quel sentimento di positività che li aiuti a vedere un po’ di luce davanti agli occhi. Hanno tanta creatività nel loro operare perché è importante cercare e trovare soluzioni ai problemi che fanno nascere, in chi deve dipendere dagli altri, pensieri mesti e di amarezza. Raccontano le esperienze della loro vita, le loro emozioni, organizzano il loro lavoro quotidiano sulle necessità dell’altro e riescono a conciliare le esigenze dell’altro con quelle della propria famiglia.
Lavorano in ogni parte del mondo e sono capaci di inserirsi velocemente in ogni ambiente perché per aiutare bisogna che l’aiuto sia accettato: è una specie di contratto sociale, ove chi arriva porta le sue conoscenze e competenze affinché crescano conoscenze e competenze di chi accetta di essere aiutato. Non è un dare per avere. Le leggi del profitto qui non contano. L’avere consiste nel sentimento di aver fatto qualcosa di utile per gli altri, è il segno della solidarietà accettata e posta in atto. Le vediamo lavorare qui da noi nelle case per anziani o dove sosta l’ambulanza sul luogo dell’incidente o tra i bambini. Ma lavorano anche in giro per il mondo. Portano aiuto e affetto, ma anche la forza delle loro braccia e il loro aiuto alle popolazioni locali può estendersi anche a proteggere l’ambiente, a costruire il pozzo dell’acqua, a ripristinare la flora e a correggere il fiume che erode il terreno coltivabile.
È la giornata di migliaia e migliaia di persone che incontriamo, qui da noi, sui campi di sport e nelle palestre a promuovere per giovani e anziani attività sportive di ogni genere. E tra di loro c’è anche colui che, dopo l’incidente che lo lega alla carrozzella per il resto della vita, cerca, attraverso lo sport, di uscire dall’isolamento in cui ha vissuto parte della sua vita. Le incontriamo anche, attive nel campo dell’intervento sociale, tra i gruppi che combattono per una società migliore, perché si trovi una via d’uscita per sfuggire a chi sfrutta la persona a proprio esclusivo vantaggio, per il disagio che opprime una famiglia, per un diritto d’asilo giusto. E le incontriamo in tanti nostri comuni, nelle filarmoniche, nei gruppi ricreativi o nelle assemblee dei genitori, pronte a animare un momento particolare della vita della comunità, a favorire gli incontri tra le famiglie in una società sempre più multietnica, perché cadano le barriere che dividono gli individui, come quella della diffidenza verso ciò che è nuovo, verso chi non parla la nostra lingua. La speranza è nei giovani che crescono nelle nostre famiglie e nelle nostre scuole: non fanno differenze e trovano subito la lingua per comunicare fra di loro. Accanto alla scuola che fa già molto, c’è il volontariato dei genitori – i gruppi organizzati, il loro sostegno in attività fuori dell’aula – perché il compito di educare i figli non può essere assolto solo dalla scuola.
Si potrebbe ora parlare della nostra politica di neutralità che ci ha insegnato ad essere aperti al mondo e a dimostrare la nostra solidarietà. Ma il discorso ci porterebbe lontano e rischieremmo di dimenticare, in un discorso che si farebbe sempre più politico, le persone alle quali questa giornata è dedicata che agiscono nella discrezione e che compiono un lavoro non sempre facile, ma con la consapevolezza di far del bene a qualcuno. Diceva Cicerone: “Ritengo che nulla sia difficile per chi ama.”