10 novembre 2006

Ticino, Ginevra e Losanna uniti nella ricerca in scienza politica e in sociologia politica

(Intervento di Gabriele Gendotti – Consigliere di Stato e Direttore del DECS - in occasione della cerimonia per la Convenzione siglata fra il Ticino e le Università di Ginevra e Losanna di venerdì 10 novembre a Bellinzona)


Gentili signore, egregi signori,
Egregi signori delegati delle Università di Losanna e Ginevra,

sappiamo quanto sono importanti e vitali gli sforzi che sono stati fatti per dare al nostro cantone un polo universitario, che vedono al centro l’attività dell’Università della Svizzera italiana, la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana e l'Alta scuola pedagogica.

Sappiamo anche che le attività di ricerca, per il loro carattere variegato, non sono tutte integrate nel polo universitario. Non per questo si tratta di attività meno degne di interesse o di sostegno da parte dell’ente pubblico. Pensiamo all’Istituto di ricerca in biomedicina oppure all’Osservatorio linguistico della Svizzera italiana. A questo proposito,è bene ricordare le basi legali che il parlamento ha recentemente approvato; basi legali che rendono possibile, nell’ambito della politica universitaria, attivare un sostegno dello Stato verso la ricerca scientifica in discipline non presenti all’USI o alla SUPSI.

Una condizione precisa per rendere possibile questo intervento pubblico è quello di disporre di una convenzione di collaborazione istituzionale con un’università svizzera, come quella che l’Ufficio di statistica, per il tramite dell’Osservatorio della vita politica, ha recentemente conseguito con gli atenei di Losanna e di Ginevra.

Per il Cantone Ticino si tratta di un’ulteriore passo verso una migliore integrazione con il mondo scientifico svizzero, in questo caso nei campi della scienza politica e della sociologia politica. Di un passo che potrà certamente contribuire a far comprendere meglio le caratteristiche e le specificità della nostra realtà d’oltralpe, favorendo in questo modo il dialogo confederale.

E’ importante sottolineare, soprattutto in tempi di ristrettezze finanziarie, come la convenzione che abbiamo stipulato con le Università di Losanna e Ginevra, è neutrale dal punto di vista dei costi. Nel contempo, essa presenta notevoli vantaggi, promuovendo la ricerca di nuove forme di finanziamento, favorendo l’accoglienza di stagiares e dottorandi che studieranno con maggiore attenzione e assiduità la nostra realtà.

Questa convenzione corrisponde in fondo all’esigenza di affiancare al discorso quantitativo e al dato statistico sulla realtà politica ticinese, il discorso interpretativo e comparativo. Il Ticino politico è stato considerato fin dall’ottocento un Sonderfall, ma di queste specificità che distinguevano per molti versi il Ticino dagli altri Cantoni si davano, in mancanza di analisi scientifiche, spiegazioni assurde che sono state fonti di pregiudizi per decenni: ecco quindi che le rotazioni violente che per tutto il secolo XIX hanno caratterizzato il mutamento dei governo furono imputate al temperamento violento e meridionale dei ticinesi (e si coniò il termine di Tessinereien). Lo stesso dicasi di certi caratteri assai accesi della vita politica ticinese e del predominio dei partiti che generavano delle contrapposizioni fra mondi a senso unico.

Fu la scuola dell’Università di Friborgo di Roland Ruffieux che per prima indirizzò gli universitari ticinesi a uno studio scientifico della realtà politica ticinese. Oggi quella spinta, che ha prodotto importanti risultati, sembra esaurita. Gli obiettivi della convenzione è rimasto quello: ossia di garantire un’attività sistematica e continuata negli anni che ci consenta di dare una solida base scientifica allo studio della realtà politica. E’ importante che ci si chini, senza preconcetti e con piena libertà scientifica, nell’analisi della vita politica, allo scopo di capire analogie e specificità del cantone nel confronto con altre realtà svizzere, ma non solo.

Ed è utile e doveroso che ciò avvenga a partire da solide basi, come quelle che offre l’Ufficio di statistica nel quale l’Osservatorio è integrato. Si potrebbe credere che l’Ufficio di statistica non sia la sede adatta per la ricerca e l’interpretazione dei fatti della vita politica. Il mio avviso è però un altro, maturato dopo avere tentato di rispondere alla seguente domanda: quale migliore sede di quella che mette a disposizione dati elettorali e competenze statistiche? L’Ufficio di statistica ha come compito quello di organizzare e diffondere l’informazione statistica. Non c’è quindi nessuna contraddizione se, soprattutto in campi dove non esiste un polo di competenza specifico in Ticino, l’Ufficio di statistica si sia dotato di compiti di ricerca scientifica. Di una ricerca scientifica, la cui qualità è vagliata e garantita da un’apposita commissione.

L’interesse di due Università romande per una collaborazione rafforzata testimonia della validità degli studi dell’Osservatorio della vita politica dell’Ustat, della qualità delle pubblicazioni, degli approfondimenti, dei convegni e degli incontri scientifici organizzati perlopiù proprio presso Palazzo Franscini.

Concludo, augurando a coloro che dovranno concretizzare gli obiettivi di questa convenzione, un buon lavoro.