21 novembre 2006

Cerimonia di apertura di Castellinaria 2006

(Intervento di Gabriele Gendotti – Consigliere di Stato e Direttore del DECS - in occasione della Cerimonia di apertura di Castellinaria 2006 di sabato 18 novembre 2006 a Bellinzona)


Gentili signore e signori,

esprimo un cordiale saluto agli organizzatori e ai sostenitori di Castellinaria. E’ una manifestazione che si ripete negli anni e che ogni volta esprime tutta la sua vitalità attraverso una ricca offerta di eventi che inducono a riflettere non solo sul mondo giovanile, ma sul mondo di oggi nella sua globalità, il mondo dei ragazzi e quello degli adulti.

Sono eventi che ci inducono a riflettere sulle illusioni e le troppe delusioni di noi che viviamo in una realtà sempre piú difficile da decifrare. E’ la nostra voglia di fare qualcosa perché si accenda qualche lume di speranza anche per popolazioni martoriate da conflitti che non finiscono mai.

Mi tornano alla mente i grandi occhi di bambini che guardano nella telecamera del reporter, occhi che esprimono tristezza, o il desiderio che qualcosa cambi nella loro vita o ancora la disperazione davanti alla distruzione della loro casa. E tanto piú allargano il cuore le immagini di bambini sorridenti quando in un angolo del mondo si apre una scuola e si può cominciare a imparare e a sognare.

Proprio di questi giorni si è parlato di “Una scuola per pensare”. E proprio scrivendo di Castellinaria ho detto che questa serie di manifestazioni è un’occasione per riflettere, che vuol dire per pensare. Perché insegnare a pensare non può essere prerogativa della sola scuola, ma di ogni persona, non importa in che contesto o in che momento, abbia a cuore la felicità di un giovane.

Ecco perché, come responsabile di un Dipartimento che si occupa di formare la nostra gioventù, sono particolarmente grato a tutte le persone che con il loro impegno e la loro competenza aiutano i giovani a pensare. Esse permettono a Castellinaria non solo di affermarsi nel mondo delle offerte culturali del nostro cantone, ma anche di rafforzare la presenza del cinema per la gioventú e dunque la conoscenza dei problemi che oggi assillano l’universo giovanile, di aprire nuovi orizzonti di sapere, in primo luogo ai giovani che partecipano con spirito critico a parti di questa manifestazione. Per esprimere emozioni ci vuole la sincerità dei ragazzi.

Ecco perché ho fatto l’elogio della sincerità che è una parte della natura del ragazzo. Potrei anche parlare di elogio della spontaneità e so quanto sia difficile oggi per chi fa crescere i giovani – la scuola o la famiglia – mantenere quella sincerità e quella spontaneità in una realtà come la nostra fatta in maniera martellante, come dice un vostro sponsor, “di immagini banali e banalizzanti”[1] o – aggiungo io – di immagini di violenza e di promesse fallaci: basta partecipare, oggi, a un concorso per diventare, domani, tutti milionari!

E’ un grande merito di chi ha ideato Castellinaria, e ne segue il cammino attraverso gli anni, essersi circondato da sponsor e da associazioni che ne condividono gli obiettivi, che credono nell’importanza didattica del cinema per la gioventù, pronti a promuovere – come dice uno di loro – una “cultura del benessere dei bambini.[2] Accomuno nel mio riconoscimento l’Orchestra del Conservatorio della Svizzera italiana, il regista Enzo D’Alò e tutte le persone, venute da fuori, che hanno accolto l’invito a essere presenti qui a Bellinzona.

Auguro successo a tutti gli eventi che compongono l’edizione di quest’anno di Castellinaria.
Penso alle diverse rassegne di film per la gioventù con l’augurio che ogni giovane, che vedrà il film ed esprimerà la sua opinione sulle immagini che ha visto, torni a casa con in testa un’idea in piú per il suo futuro.
Penso ai percorsi come “Le parole non dette”[3] con l’augurio che il mondo degli adulti rafforzi le difese contro chi attenta alla dignità del bambino e distrugge la sua voglia di vivere.

La pace nel mondo - per i politici della terra tema quotidiano di discorsi spesso vuoti di senso perché il piú delle volte insinceri - è per il giovane, invece, qualcosa di molto serio perché la sua immagine del grande mondo è figlia dell’immagine che lui ha del mondo in cui vive le esperienze di ogni giorno. E il confronto suscita talvolta sconforto. Gli allievi di Arbedo raccolgono le loro emozioni nel libro “Liberiamo la pace”, altri giovani le esprimono attraverso espressioni d’arte, esposte sulla piazza della biblioteca. Esprimono la loro speranza che giovani di altre parti della terra possano finalmente vivere in un ambiente un po’ meno infelice.

Magari qualcuno dei nostri giovani si è anche ispirato a ciò che ha sentito raccontare da altri giovani, diventati oggi compagni di scuola. Non abbiamo voluto instaurare nella scuola ghetti d’infausta memoria. Siamo convinti di percorrere una strada talvolta in salita, ma sappiamo che è quella giusta. Mi auguro che anche la rassegna sul mondo giovanile nel cinema sudcoreano sia un’ulteriore finestra, dalla quale guardare il mondo da una prospettiva nuova.

Gentili signore e signori,
Dicevo due anni fa della mia ammirazione per quanto fate. Con immutata ammirazione auguro a questa edizione di Castellinaria il successo che si merita e rinnovo a tutte le persone, che in un modo o nell’altro animano la manifestazione, la gratitudine dell’autorità cantonale, riservata a chi contribuisce a far crescere i giovani nella consapevolezza dei veri valori della vita.

Grazie dell’attenzione.


[1] LaRegioneTicino
[2] Associazione svizzera per la protezione dell’infanzia
[3] cf. nota 3