11 dicembre 2006

Cerimonia di consegna dei diplomi della scuola specializzata in cure infermieristiche

(Intervento di Gabriele Gendotti – Consigliere di Stato e Direttore del DECS - in occasione della Cerimonia di consegna dei diplomi della scuola specializzata in cure infermieristiche del 7 dicembre 2006 a Lugano)


Signore e signori docenti,
Signore e signori ospiti, in particolare in rappresentanza delle strutture e dei servizi sociosanitari,
Signore e signori neodiplomati,

partecipo con grande piacere a questa cerimonia di consegna dei diplomi per porgere ai neodiplomati e alle neodiplomate i complimenti e gli auguri per i risultati raggiunti.

La cerimonia di consegna dei diplomi costituisce un momento molto significativo per i neodiplomati e per la scuola stessa, in quanto sancisce la definitiva chiusura di un ciclo di formazione, con il distacco da compagni e docenti con i quali si è percorso assieme un pezzo importante di strada, e il passaggio formale da una condizione di allievo a quella di infermiere diplomato. E' inoltre l'occasione per ringraziare pubblicamente tutti quanti hanno contribuito durante questi anni - come docenti, datori di lavoro, responsabili di formazione, parenti o amici - a raggiungere tale risultato.

Desidero tuttavia cogliere l'opportunità che mi è data per esprimere alcune considerazioni che riguardano da vicino i neodiplomati e più in generale gli infermieri in attività e che fanno riferimento al radicale cambiamento in atto nel settore della formazione sociosanitaria.
Sicuramente avrete tutti sentito parlare di formazioni d'infermiere di livello universitario, di doppia via di formazione, di piani-quadro e di nuovi programmi per le scuole superiori, solo per citare alcuni elementi di questa profonda riforma. Evidentemente questi temi fanno sorgere interrogativi e talvolta possono essere motivo di preoccupazione. Le domande più frequenti riguardano in particolare la ripartizione delle competenze fra le diverse figure professionali, la validità o meno dei titoli rilasciati, come pure i problemi che potrebbero sorgere per l'esercizio della professione e per un eventuale continuazione degli studi.
Purtroppo al momento attuale non siamo in grado di fornire delle risposte esaustive a tutti i quesiti. Tuttavia su alcuni punti è possibile prendere posizione in modo rassicurante.
E' il caso ad esempio del riconoscimento ai fini lavorativi dei titoli che vi verranno consegnati fra pochi attimi. In effetti, i diplomi d'infermiere rilasciati da una scuola superiore come la vostra, consentono di esercitare la professione d'infermiere su tutto il territorio nazionale e nei paesi della Comunità europea, in quanto rispondono largamente ai criteri stabiliti dalla direttiva emanata dalla CE nel settembre dello scorso anno. Ovviamente chi volesse lavorare in un altro stato europeo può essere chiamato ad ossequiare ulteriori criteri, come ad esempio la conoscenza della lingua del posto, ritenuto tuttavia che tali criteri aggiuntivi non possono assumere carattere d'arbitrarietà.
Del resto, sia in Svizzera che nei paesi europei, le occasioni di lavoro per gli infermieri non mancano, e lo testimonia concretamente il fatto che a poche settimane dalla conclusione degli studi solo un paio di persone sugli oltre 100 neodiplomati hanno richiesto l'aiuto dell'Ufficio della formazione sanitaria e sociale per reperire un posto di lavoro. Da notare fra l'altro che nel frattempo anche questi casi si sono risolti positivamente.

Né può essere motivo di preoccupazione l'introduzione a partire dal settembre scorso dei nuovi curricoli infermieristici delle scuole universitarie professionali, e ciò per più ragioni.
Intanto perché i curricoli delle scuole superiori, al pari di quelli delle scuole universitarie professionali, formano infermieri che sono in grado di lavorare in tutte le situazioni di cura, semplici e complesse, con persone di ogni età, in situazioni d'urgenza e stabili.
Semmai gli elementi aggiuntivi che contraddistinguono i curricoli di scuola universitaria professionale - il famoso delta a cui alludono spesso gli addetti ai lavori - sviluppano competenze aggiuntive come l'attitudine a partecipare a progetti, ampliano le capacità di comunicazione, fanno acquisire le basi in materia di gestione e introducono alle attività di ricerca, così come del resto viene definito nel profilo delle formazioni di livello scuola universitaria elaborato dalla Conferenza dei direttori della sanità.
Le formazioni impartite dalle scuole superiori e dalle scuole universitarie professionali formano perciò infermieri che dispongono di competenze diverse, ma che devono entrambi essere in grado di svolgere l'attività infermieristica a pieno titolo. Queste formazioni non costituiscono pertanto due distinti livelli di formazione, come poteva essere il caso per le formazioni Croce Rossa Svizzera di livello I e II, dove le competenze dell'infermiere di primo livello erano limitate alle situazioni di cura caratterizzate da stabilità e da continuità.

Proprio per queste considerazioni il nostro Cantone ha per ora deciso di instaurare due vie di formazione per la preparazione d'infermieri, ossia, da una parte, quella impartita dalla Scuola superiore in cure infermieristiche, con 80 posti all'anno e, dall'altra, quella a livello SUPSI con 40 posti all'anno. Si tratta evidentemente di una soluzione improntata alla prudenza e che sarà certamente oggetto di una rivalutazione in futuro, verosimilmente fra 5-6 anni, per la quale dovranno essere tenuti in considerazione molteplici fattori, fra cui prioritariamente l'evoluzione dei bisogni di cura e d'assistenza dei prossimi anni e l'aumento e la diversificazione del personale in attività.

Queste pur tranquillizzanti circostanze non devono però indurvi a sottovalutare la necessità di un continuo sforzo di formazione e d'aggiornamento professionale.
Credo sinceramente che vi siano poche professioni che possono contare su di un così vasto ventaglio di corsi e di curricoli di postformazione come gli infermieri, alcuni dei quali veramente molto prestigiosi. E' il caso ad esempio del curricolo recentemente avviato dall'Università di Basilea con la collaborazione dell'Associazione svizzera delle infermiere e degli infermieri, che permette ai titolari di un diploma d'infermiere e di una maturità liceale di ottenere un bachelor universitario al termine di un anno di formazione, e a cui possono seguire gli studi per l'ottenimento di un master e di un dottorato. Una strada che sembra del resto interessare, con alcune differenze, anche alle università di Losanna e di Ginevra. Sono inoltre numerosi i corsi postdiploma offerti in Ticino, fra cui quelli di specializzazione impartiti da questa stessa scuola e quelli che saranno introdotti a contare dall'autunno 2007 dalla Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana.
E' ovvio che di fronte all'ampia gamma di possibilità di formazione si possa talvolta rimanere disorientati. Spesso poi vengono utilizzate denominazioni simili per curricoli sostanzialmente diversi. E' questo il caso per il termine "master", che può riferirsi sia al titolo ottenuto al termine di 2 anni di formazione universitaria dopo il diploma triennale di bachelor, sia al titolo di specializzazione della durata di un anno dopo lo stesso bachelor. Ma anche la denominazione "postiploma" assume valore diverso a dipendenza del contesto formativo: se si riferisce ad un corso offerto da una scuola universitaria professionale il titolo rilasciato dovrà rispondere unicamente ad alcuni criteri di carattere formale, mentre che se viene utilizzato nell'ambito delle scuole superiori il titolo rilasciato è legalmente protetto e viene riconosciuto sul piano nazionale.

Di fronte ad un panorama più ricco ed articolato rispetto al passato l'operatore sanitario dovrà pertanto imparare a valutare le diverse offerte di formazione, tenendo in considerazione validità, riconoscimenti e contenuti dei vari corsi, in linea ovviamente con le proprie attese e con i propri interessi.
Non per questo dovete però demordere dall'imboccare nuovamente la strada della formazione. L'evoluzione nel campo delle cure è tale per cui non è ormai più possibile restare a lungo in attività senza continuamente aggiornare e perfezionare conoscenze e competenze professionali.
Sono consapevole che in questo momento è probabilmente ben lungi da voi l'idea di riprendere gli studi, ed è sicuramente normale che sia così, ma proprio per l'evoluzione che ho appena descritto vi esorto a non ritenere come conclusa la vostra formazione con l'ottenimento del titolo che fra poco vi sarà consegnato.

Con questo auspicio desidero concludere il mio intervento congratulandomi con voi neodiplomati per l'importante risultato raggiunto e augurandovi di cuore un futuro professionale e personale ricco di soddisfazioni.