14 dicembre 2006

Monitoraggio dello spazio formativo svizzero

(Rapporto sul monitoraggio del sistema educativo svizzero -
Contributo di Gabriele Gendotti – Consigliere di Stato e Direttore del DECS - pubblicato mercoledì 13 dicembre 2006 su "Il Corriere del Ticino")


Esce oggi il primo Rapporto sul monitoraggio del sistema educativo svizzero, pubblicato a cura del Centro svizzero di coordinamento della ricerca educativa (CSRE) e presentato a Berna in un incontro del 6 dicembre, organizzato dalla Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE). Si prevede la pubblicazione quadriennale di analoghi rapporti con l’obiettivo di offrire dati di base su cui pianificare il futuro della formazione nel nostro Paese, trarre bilanci intermedi sullo stato del nostro sistema scolastico e animare il dibattito pubblico sul tema.

Il Rapporto è da considerare come una fonte complementare al monitoraggio del nostro sistema cantonale, oggetto della pubblicazione “Scuola a tutto campo” dell'Ufficio studi e ricerche del DECS, presentata agli inizi dell’anno scorso. Per quel che concerne il Ticino, i dati contenuti nel Rapporto del CSRE non aggiungono nulla a quelli già elaborati dall’USR, la qual cosa naturalmente ci fa piacere. Si conferma l’immagine di un Cantone che mette un forte accento sull’equità e l’integrazione, ha un modello di scuola dell’infanzia particolarmente avanzato e una scuola media alla quale si dedica continua attenzione. Secondo il rapporto siamo un Cantone in cui si spende apparentemente meno in educazione, ma se si tien conto del reddito nazionale, si spende invece di più. La nuova riforma della scuola media introduce innovazioni con l’obiettivo di colmare le lacune, messe in evidenza dal rapporto PISA. Vuol dire che non rimaniamo con le mani in mano e che prendiamo molto sul serio le critiche, fondate su indagini rigorose.

Meritano tuttavia qualche riflessione gli obiettivi che un monitoraggio della scuola intende perseguire. Si toccano, per esempio, gli ambiti dell’influsso della situazione economica, sociale e demografica sul funzionamento del sistema scolastico; il quadro istituzionale entro il quale cresce la struttura di formazione, la sua efficacia, il rapporto tra efficienza e investimento finanziario; gli sforzi che si compiono per mettere in evidenza i diversi sistemi scolastici e favorire la permeabilità tra di essi. Inoltre il rapporto è un documento di lavoro in vista di decisioni nei settori della pianificazione e della politica educativa dal prescolastico alla formazione continua, oltre che strumento che mette a nudo lacune nel sistema di raccolta dei dati statistici cosí da permettere l’elaborazione di un sistema che consenta i paragoni a livello intercantonale e internazionale grazie alla standardizzazione delle informazioni.

L’impulso ad affrontare con maggiore determinazione il tema della formazione a livello nazionale è il risultato della votazione popolare del 21 maggio scorso, quando il popolo ha accettato il nuovo articolo costituzionale 61a sullo “Spazio formativo svizzero” con il quale s’intende garantire l’”elevata qualità e permeabilità” di questo spazio e la “collaborazione reciproca mediante organi comuni e altre misure.” I princîpi dell’articolo costituzionale sono stati recentemente ripresi dal progetto di Accordo intercantonale sull’armonizzazione della scuola obbligatoria, detto Concordato HarmoS, con l’aggiunta della necessità di armonizzare gli obiettivi dell’insegnamento e le strutture scolastiche e di abbattere gli ostacoli che intralciano la mobilità degli scolari all’interno dello spazio formativo.

Nessuno mette oggi in discussione l’opportunità di un maggior coordinamento tra i diversi sistemi cantonali, di un abbattimento di barriere che ne ostacolano la mobilità interna, ma anche l’opportunità di elaborare standard a livello nazionale che tengano comunque conto, come si legge nel Rapporto CSRE della “complessità e dell’alto grado di differenze che presenta lo spazio formativo svizzero”, inteso come convivenza di 26 sistemi educativi. Vi si legge anche: “Un primo compito, e per questo motivo essenziale, del Rapporto sul sistema educativo svizzero consiste nel descrivere e rendere comprensibile il sistema nella sua grande diversità e nelle sue differenze.”

Se veramente si intende procedere al monitoraggio di uno spazio formativo che rispetti le diversità e le differenze dei sistemi che lo compongono, non potrà esistere riforma che per qualcuno rappresenti una prospettiva di sviluppo e per altri un ritorno al passato.