21 novembre 2006

Consegna dei premi della Fondazione Beatrice Aus der Au

(Intervento di Gabriele Gendotti – Consigliere di Stato e Direttore del DECS - in occasione della consegna dei premi della Fondazione Beatrice Aus der Au ai migliori apprendisti locarnesi di giovedì 16 novembre 2006 a Locarno)


Signore ex-apprendiste e signori apprendisti ormai qualificati,
Signore e signori responsabili delle aziende di formazione,
Signori direttori e docenti presenti a questa cerimonia,
caro Piergiorgio Patriarca,
ma soprattutto
cara signora Beatrice Aus der Au,

in questi parecchi anni ormai, da quando è in atto la Fondazione Aus der Au, mi sono sempre chiesto quali potevano essere le ragioni che hanno indotto lei, grazie alla sua generosa donazione, a costituirla per poter distribuire premi ai migliori apprendisti del Locarnese.

Che la Fondazione si indirizzi ai giovani del Locarnese, sponde del lago e valli, è facilmente intuibile. Pur provenendo dalla Svizzera orientale, nel Locarnese, in parte a Locarno e in parte ad Ascona, ha trascorso buona parte della sua intensa e laboriosa vita, feconda di attività professionali. Un legame con questi meravigliosi territori, che riescono ancora a incantare anche chi ci vive ogni giorno, si stabilisce facilmente e può indurre a privilegiarli, quando si tratta magari di fare un gesto di riconoscenza come quello fatto da lei. Bellinzona, dove pure la signora Aus der Au ha svolto alcuni anni di riuscita attività, non è riuscita a indurre gli stessi risultati, forse per la severità delle sue mura che poi fa diventare severe anche le persone nei suoi confronti.

Quali siano invece le ragioni profonde all’origine della sua generosità nei confronti dei giovani, che è poi anche un riconoscimento nei confronti della formazione professionale e più in generale delle istituzioni pubbliche, resta più difficile da capire. In fondo, alle istituzioni pubbliche, al sistema della formazione professionale, ai giovani non ha dovuto, durante la sua quasi centenaria vita, molto e non deve molto neppure adesso.

Infatti, sin da giovane, più che ricevere ha dato e ha dato molto, lavorando intensamente fin dalla giovane età e costruendosi pian piano una situazione professionale invidiabile. E’ facile capire il sentimento di chi, magari partendo da una situazione difficile, è stato aiutato, come è giusto che sia, dalle istituzioni pubbliche, per esempio con le borse di studio o gli assegni di tirocinio, per raggiungere risultati prima nella formazione e poi nell’attività professionale e che, fattosi una posizione, ritiene giusto restituire alla società, per esempio con donazioni o altre modalità, ciò che dalla società ha ricevuto in precedenza.

Nel suo caso, però, come ho detto, più che ricevere ha dato. E allora bisogna dire che questo gesto le fa ancora più onore, perché non è mosso da nessuna esigenza, è gesto totalmente disinteressato.

O meglio, un interesse ritengo che vi sia. E’ l’interesse di far capire a queste e a questi giovani del Locarnese, per lo più intorno ai vent’anni, che lavorare molto e bene, che studiare molto e bene, che imparare bene una professione e dimostrare di averla ben appresa, conseguendo ottimi risultati agli esami finali di tirocinio, viene sempre ripagato. Oggi magari viene ripagato con questo premio che penso sia a tutti gradito perché va ad aggiungersi a uno stipendio, per chi lo riceve, che non sarà certo esorbitante, visto che siete all’inizio della carriera. Domani magari è ripagato con un progresso nella vita professionale oppure nella formazione superiore che sicuramente alcuni di voi hanno avviato oppure avvierà, visti gli ottimi risultati conseguiti nella formazione professionale di base.

Io sono perciò particolarmente grato alla signora Bea per questo gesto. Perché con questo gesto ci aiuta a far capire ai giovani il valore dell’impegno nel lavoro e nella formazione.

Certo, posso scrivere sui giornali dell’importanza di migliorarsi nella formazione. Posso correre con i miei collaboratori alla radio e alla televisione per annunciare in ogni occasione l’importanza dello studio. Posso invitare ai docenti, come direttore del Dipartimento, e sono anche sicuro che lo fanno, di parlare durante le lezioni dell’importanza di una buona preparazione di base per poter seguire in seguito la formazione superiore e continua, che oggi è un’esigenza irrinunciabile per poter restare al passo con lo sviluppo sempre più frenetico dell’economia e per ricevere e conservare un posto di lavoro. Di tanto in tanto – e magari anche di più – serve però un riconoscimento tangibile, che premia concretamente e rapidamente un buon risultato raggiunto nella formazione e invoglia altri giovani a fare altrettanto per cercare di raggiungerlo. Insomma, un premio per un buon risultato agli esami finali di tirocinio è sicuramente un buon incentivo, assieme agli altri, per fare meglio e di più.

Ripeto dunque la mia gratitudine alla signora Beatrice, perché – come detto – ci aiuta nel nostro sforzo di convincere i giovani a sempre migliorarsi.

Ma penso di potermi fare interprete anche dei ringraziamenti di voi giovani nei suoi confronti, ringraziamenti che poi, nel seguito di questa cerimonia, le potrete manifestare con una stretta di mano o con una vostra parola. Non so con quali sentimenti voi state di fronte a lei. In fondo molto vi divide da lei, cominciando dall’età – oramai la signora Bea è giunta a un’età in cui non la si nasconde più, soprattutto se ci si arriva con lo stesso spirito con cui vi è arrivata lei – e finendo con tante altre cose. Eppure ci deve essere un filo, anche sottile, che vi congiunge. E questo filo è lo stesso spirito, che ha sorretto lei durante la sua lunga vita privata, professionale e sociale e ha sorretto voi fino alla conclusione della vostra prima formazione, di voler essere migliori degli altri, di voler essere i primi.

Si racconta – ma giustamente lo afferma con orgoglio anche lei - che nelle sue vetrine ci fossero sempre i capi di vestito migliori e più in anticipo rispetto alle tendenze della moda. Cercate anche voi, sul suo esempio, di avere nel vostro bagaglio sempre gli abiti migliori e più in anticipo rispetto agli altri. Abiti che sono la volontà, la puntualità, la pulizia, la precisione, la dedizione, la disponibilità, la costanza, la curiosità e via dicendo. Se continuerete a indossare questi abiti, sarete sempre in vantaggio rispetto alla concorrenza e raggiungerete nel futuro immediato e in quello più lontano, come ha raggiunto lei in passato, traguardi di prestigio nella vita.

Per questo futuro io vi faccio – e penso lo fa con me anche la signora Beatrice senza che tralasci anche di farvi le sue particolari raccomandazioni, che sono per esempio lo studio delle lingue, in un paese come il nostro che è al crocevia tra il nord e il sud – vi faccio i migliori auguri, a voi, alle vostre famiglie e anche alle aziende che vi hanno formato e che meritano, per questa preziosa collaborazione nell’impegnativo compito di istruire una o un apprendista, i nostri migliori ringraziamenti.